Il titolo di Game of the Year 2024 se lo è aggiudicato Astro Bot, un platform d’altri tempi sviluppato in esclusiva per PlayStation 5. Il successo del robottino di Team Asobi lo ha eletto a mascotte ufficiale di casa Sony, che a distanza di decenni ritrova un simbolo attorno al quale stringere la propria community di giocatori.

Lo studio giapponese è riuscito a trasformare un personaggio nato per dimostrare le caratteristiche innovative dell’hardware PlayStation in un protagonista assoluto del mondo videoludico, con un’identità ben definita legata al marchio Sony e alla sua illustre eredità.

Il trionfo di Astro Bot ha sorpreso i giocatori e gli esperti del settore, che sono stati costretti a riconoscere come a volte basti un gameplay soddisfacente e una buona idea per accontentare il pubblico e che la qualità di un videogioco non è determinata dal budget.

La tradizione PlayStation

Astro Bot

Astro Bot ci cala nei panni del robot protagonista, intento a viaggiare a bordo del suo DualSense in cerca dei bot dispersi durante lo schianto della loro navicella spaziale a forma di PlayStation 5. Un perfido alieno ha interrotto il viaggio dei 301 bot prendendo in ostaggio la CPU e facendo precipitare ciò che resta di PlayStation 5 su un pianeta alieno che fungerà da base operativa per il resto dell’avventura.

Questa breve premessa da il là al viaggio del nostro protagonista, che si farà largo fra decine di livelli platform per liberare i suoi amici e recuperare tutti i componenti che servono a far ripartire la PlayStation 5.

Il punto di forza di Astro Bot sta proprio nella creatività dei livelli, che omaggiano i platform del passato proponendo ambientazioni innovative e originali, elevando progressivamente la difficoltà della sfida. Ogni stage a tema ha le sue peculiarità artistiche, che vengono inglobate perfettamente nel gameplay.

Soltanto chi ha avuto il piacere di provare Astro Bot in prima persona saprà quanto è soddisfacente cortrollare il robottino e sentire il feedeback dei suoi passi riprodotti sulla superfice del DualSense. Astro Bot infatti è una delle poche esclusive PlayStation che riesce a utilizzare pienamente la tecnologia del controller, generando una risposta tattile personalizzata in base agli eventi che accadono sullo schermo.

Molti dei titoli first-party degli studi PlayStation si limitano ad implementare il feedback aptico nei due grilletti, una feature assolutamente apprezzabile che rende molto più soddisfacente e responsivo il gameplay di videogiochi come The Last of Us o Horizon: Forbidden West. Astro Bot dimostra però come questo approccio sia troppo superficiale perchè finisce per lasciare inutilizzata una porzione importante delle potenzialità le potenzialità dell’hardware.

Astro Bot ricorda a tutta l’industria come il vero cuore dei videogiochi sia il gameplay, una presa di posizione che stride con la storia recente di PlayStation. I titoli di casa Sony infatti oggi si distinguono per la loro impareggiabile potenza grafica e per la capacità narrativa, che permette di regalare al giocatore esperienze toccanti e memorabili.

Ripercorrendo la storia di PlayStation e andando a pescare nello storico passato del marchio, Astro Bot riporta in auge uno stile che la compagnia giapponese sembra aver dimenticato. Il titolo di Team Asobi simboleggia quella che per decenni è stata l’essenza di PlayStation, proponendo un platform scattante e reattivo, caratterizzanto da ambientazioni colorate e level design creativo.

La risposta dei fan e della critica è un messaggio chiaro ai vertici: la vecchia PlayStation manca a tutti e ci sarà sempre spazio per una simpatica mascotte nella prestigiosa libreria di casa Sony e nei cuori degli appassionati.

Astro Bot è la sintesi perfetta fra tripla A e indie

L’accoglienza riservata ad Astro Bot ha sorpreso tutti, in primis PlayStation, che lo scorso anno aveva deciso di puntare tutto sul modello live-service con Helldivers 2 e Concord, una scommessa che definiremo vinta a metà per non dover approfondire temi irrilevanti ai fini di questo articolo.

La vittoria di Team Asobi ai Game of the Year ha consacrato un titolo che si è posto come unico obiettivo quello di divertire il giocatore attraverso un modello di platform semplice e diretto, senza avere la pretesa di offrire un’esperienza cinematica o di sottoporre dilemmi morali nella sua narrativa. È stata la vittoria dei videogiochi e dei videogiocatori, che hanno reclamato la loro centralità in un’industria che spesso dimentica la sua vera natura.

I videogiochi non sono film e nessuno vuole che lo siano. La potenza di questo medium è la sua interattività, che permette all’utente di immergersi in un mondo differente dal suo e provare sulla sua pelle emozioni ed esperienze che non avrebbe mai potuto vivere altrimenti.

Ma in che modo Astro Bot tende la mano al mondo indie? Premettiamo che questa è una nostra interpretazione del fenomeno Astro Bot e andrebbe letta come tale.

Il vincitore del GOTY 2024 è stato sviluppato da un team di 65 persone con un budget che oscilla fra i 50 e i 75 milioni di dollari. Chiaramente queste sono cifre largamente superiori al budget medio della maggior parte di progetti indie in circolazione ma si colloca comunque molto lontano dagli standard dei tripla A moderni.

Conosciamo tutti lo stato attuale dell’industria, che a causa di investimentimenti spropositati e della ricerca del profitto a tutti i costi è costretta a reiterare idee prive di qualsiasi originalità, con l’obiettivo di catturare la maggior quantità possibile di giocatori paganti.

Astro Bot dimostra che esiste un’altra via. Il successo di Team Asobi prova ai vertici dell’industria videoludica che il valore del videogioco sta nell’unicità delle sue idee e nella capacità di portarle in vita. Creare videogiochi è una forma d’arte e il settore indie lo continua a provare quotidianamente, offrendo ai giocatori che hanno voglia di esplorarlo un forziere pieno di perle nascoste che aspettano solo di essere scoperte. Astro Bot punta i riflettori verso questo forziere, che d’ora in poi non potrà più essere ignorato

Un prodotto come Astro Bot sfida e infrange tutti i dettami e le convinzioni che l’industria del videogioco ha elevato a dogmi incontrovertibili e racconta di una forma di intrattenimento dall’enorme potenziale inespresso. Ora sta a noi premiarne lo sforzo e costruire un futuro migliore per questa arte che tanto amiamo.

Voi che ne pensate di Astro Bot?

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