Baldur’s Gate 3 è stata la rivelazione del 2023. Ha vinto tutto ciò che poteva vincere e ha messo d’accordo giocatori e critica creando un’esperienza che verrà ricordata per decenni e che ha alzato gli standard per tutto il resto dell’industria. Inutile continuare a tessere le lodi di un videogioco che ne ha raccolte in quantità, vi basti sapere che non è esagerato considerarlo il miglior RPG mai creato.
Se siete rimasti orfani del titolo di Larian perchè ci avete già speso centinaia di ore vi capiamo, siamo sulla stessa barca. Probabilmente è impossibile ricreare le emozioni che ci ha regalato il mondo di Baldur’s Gate ma vogliamo aiutarvi a trovare un rimpiazzo che potreste apprezzare e magari farvi scoprire qualche ottimo titolo che ancora non conoscete.
Divinity Original Sin 2
Se Wizards of the Coast ha affidato la licenza Baldur’s Gate a Larian è per merito di questo videogioco, l’ultimo titolo che la casa di sviluppo ha creato prima di buttarsi su Baldur’s Gate 3.
Divinity Original Sin 2 si ambienta nel mondo fantastico di Rivellion e condivide moltissime carateristiche con Baldur’s Gate 3, sia per quanto riguarda lo stile narrativo che per i pilastri del gameplay. I punti di forza di Larian sono evidenti già da questo titolo, che ha segnato il definitivo raggiungimento della maturità dello studio.
L’immensa varietà di classi e stili di gioco, unita al livello di interattività del mondo di gioco sono le basi sulla quale viene costruita l’intera avventura. L’elemento narrativo è chiaramente protagonista e, durante la lunga campagna, potremo influenzare il mondo di gioco e plasmarlo a seconda delle nostre decisioni.
Le lezioni di Divinity Original Sin 2 sono evidenti in Baldur’s Gate 3 e il sitema di combattimento, che è una delle parti più importanti del gameplay, viene riprodotto in maniera quasi identica nei due titoli.
Dopo Baldur’s Gate Larian è diventata il faro dell’industria e sarebbe curioso capire come si approccerebbero ad un potenziale nuovo capitolo della loro saga originale.
Fallout 2
Torniamo indietro agli anni’ 90, quando i videogiochi adottavano la visuale isometrica più per necessità che per scelta stilistica. La saga Fallout, con i suoi primi due capitoli datati 1997 e 1998 insegnava al mondo come adattare il gioco di ruolo al mezzo digitale e lo faceva con due videogiochi che ancora oggi sono memorabili.
Le menti geniali di Interplay hanno ideato un universo postapocalittico iconico che si è trasformato, grazie anche alla mano di Bethesda, in uno degli IP più noti del panorma videoludico e, se il titolo d’esordio presentava alcune criticità limitanti, il secondo capitolo ha realizzato le ambizioni di Tim Caine e della sua squadra.
Ambientato 80 anni dopo la conclusione del primo Fallout, il sequel ci vede impersonare il Chosen One, che dal villaggio d’origine si imbarca in un’epica avvetura alla ricerca del G.E.C.K. (Garden of Eden Creation Kit). Gli elementi iconici della saga e l’umorismo deviato permeano tutta la durata dell’avventura che, rispetto al gioco dell’anno prima, ha un respiro molto più ampio e un mondo di gioco molto più interessante.
Le città di New Reno, Vault City e tante altre rimangono tutt’oggi nel cuore dei fan per il loro fascino e per la capacità di attrarre il giocatore e spingerlo a passare ore e ore nei vicoli delle rovine degli Stati Uniti.
Come in Baldur’s Gate avremo la possibilità di influenzare profondamente il mondo di gioco e decidere il nostro destino come quello di chi ci sta attorno. Il cast dei compagni che si uniranno via via alla nostra avventura completano il quadro di uno degli RPG migliori di sempre che, se tollerate le grafiche estremamente datate, vi consigliamo di provare almeno un a volta.
Pathfinder: Wrath of the Righteous
Siamo di fronte ad uno degli RPG più approfonditi e modulabili in circolazione. A differenza di Baldur’s Gate, il regolamento di Pathfinder si ispira ad una versione di D&D precedente (la 3.5) che influenza profondamente il gameplay.
Approcciarsi a Pathfinder: Wrath of the Righteous è un’impresa per cui serve tempo e pazienza. Si tratta di un RPG enorme dalla storia epica e incredibile. Il mondo di gioco trasuda di lore che ci racconta delle civiltà e dei popoli che compongono questo immenso universo fantastico.
Ci sentiamo piccoli e insignificanti all’inizio del gioce e siamo letteralmente abbandonati a noi stessi. Ogni minima scelta ha una conseguenza e qualsiasi caratteristica del nostro protagonista potrà essere modificata. Questo crea un profondo senso di attaccamento al nostro avatar e ai vari compagni che incontreremo. Se avvicinarsi a questo gioco è una sfida, vi assicuriamo che più passano le ore più vorrete conoscerlo e viviere la vita dei suoi personaggi.
Se pensate che Baldur’s Gate 3 vi dia la possibilità di scegliere e decidere il vostro destino ancora non avete visto niente. Pathfinder: Wrath of the Righteous è il videogioco di ruolo più completo che ci sia.
Pillars of Eternity 2: Deadfire
Pillars of Eternity è una saga che secondo noi non ha mai ricevuto l’attenzione che realmente merita. La saga porta la firma di Obsidian, lo studio di sviluppo che ci ha regalato titoli come Fallout: New Vegas, Grounded e The Outer World che è una garanzia per quanto riguarda i giochi di ruolo.
Il secondo capitolo della serie riprende la trama dell’originale ma perfeziona tutte quelle piccole sbavature che avevano frenato il titolo originale. Le grafiche migliorate e un menù più intuitivo e agile aiutano a navigare un mondo che richiede la nostra massima attenzione per essere esplorato nei minimi dettagli.
In questo gioco Obsidian mette in mostra tutti i suoi punti di forza e crea un cast di personaggi molto ben caratterizzati che si imbarcano nella loro nave ed esplorano l’arcipelago di Deadfire. Faremo la conoscenza di numerose fazioni in lotta fra loro che potremo aiutare oppure ostacolare, con lo scopo di compiere finalmente il nostro destino di Watcher.
Il primo Pillars of Eternity è stato reso possibile da una campagna Kickstarter e con il secondo Obsidian ringrazia i fan che hanno creduto nello studio con una versione perfezionata del videogioco. Il prossimo anno uscirà Avowed, un nuovo action-RPG che si ambienterà nel mondo di Pillars of Eternity e noi non vediamo l’ora di conoscere i dettagli che verranno svelati riguardo a questo affascinante universo
Dragon Age: Origins
Forse non tutti sapete che è stata Bioware a creare i primi due Baldur’s Gate, rivoluzionando così il mondo degli RPG e raggiungendo nuove vette nella trasposizione videoludica di Dungeons & Dragons.
Lo studio, che era diventato sinonimo di videogioco di ruolo di qualità, ha voluto continuare a regalare ai suoi fan una saga RPG ambientata in un mondo dark fantasy come quello di D&D. È per questo che nel 2009 Bioware ha lanciato Dragon Age: Origin, il primo titolo di una saga che avrebbe dovuto essere considerata come un successore spirituale di Baldur’s Gate.
La serie negli anni ha avuto fortune alterne e ha diviso profondamente il suo pubblico, specialmente con l’ultimo capitolo uscito solo poche settimane fa. Dragon Age: Origins però rappresenta il punto di massima gloria per Bioware, che dopo il lancio di questo titolo ha dovuto far fronte ad un periodo molto turbolento e incerto.
Il mondo di Thedas era quello che tutti i fan di Biowar avevano sempre voluto. Un universo fantasy fatto di mille razze diverse e profondi conflitti politici e culturali da esplorare e scoprire nel corso del gioco. La meccanica delle origini poi dava a Dragon Age un tocco in più perchè inseriva un elemento di roleplay allora inedito. Il gioco iniziava in modo diverso in base alla classe e alla razza scelta e questo background poteva avere effetti inaspettati anche a campagna inoltrata.
I compagni che possono unirsi alla nostra squadra sono tutti degni di nota e arricchiscono notevolmente l’esperienza. Il cast di Dragon Age: Origins è irripetibile in termini di originalità e la storia che si sviluppa attornoa loro completa perfettamente uno degli RPG più impressionanti mai creati.
Il gameplay, incentrato su un combattimento in tempo reale con pause e un massiccio intervento del giocatore nel comandare la squadra, regge benissimo anche se giocato oggi ma è senza dubbio l’elemento narrativo a dominare il primo titolo della saga.
Dragon Age: Origins è un titolo che tutti dovrebbero giocare una volta nella vita perchè, oltre ad essere un ottimo RPG, è un titolo fondamentale per la storia del mezzo videoludico, che non sarebbe nella posizione in cui è oggi se non fosse per capolavoro targato Bioware.
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Summary
Vi manca Baldur’s Gate 3 e non sapete come sostituirlo? Ecco 5 titoli simili al capolavoro di Larian che potreste provare.