Terminare un gioco è sempre un’ esperienza molto soddisfacente. Non c’è niente di meglio che arrivare alla fine di un’avventura che ha catturato la nostra attenzione nel corso delle ultime settimane, e osservare compiaciuti lo scorrere dei titoli di coda mentre si assapora il momento e si valuta il significato dell’intera esperienza.

Ci sono volte però in cui l’intera campagna non basta, abbiamo bisogna di qualcosa di più per placare la nostra sete. È prorpio in questi momenti che entrano i gioco i DLC, espansioni che negli anni si sono guadagnati una pessima reputazione ma che di tanto in tanto riescono a sorprenderci. Si, perchè alcuni DLC sono palesi tentativi delle software house di raccogliere profitti bonus rimuovendo alcuni insignificanti contenuti dal gioco base rivendendoli ai fan, mentre altri espandono in maniera significatava il titolo, approfondendo alcuni aspetti del gioco e offrendo retroscena preziosi precedentemente trascurati.

Oggi parleremo della seconda categoria, elencando quelli che secondo noi sono i cinque migliori DLC mai realizzati nella storia dei videogiochi.

Blood & Wine – The Witcher 3

Togliamoci subito l’impiccio e citiamo un’assoluta ovvietà, perchè chiunque abbia giocato a The Witcher 3 in quest’ultimo decennio saprà benissimo che il DLC finale dell’epopea di CD Projekt Red merita di diritto un posto d’onore in questa lista.

Circa un’anno dopo il lancio del gioco e successivamente all’uscita di Hearts of Stone, il primo ottimo DLC, lo studio polacco ha deciso di concludere le avventure di Geralt di Rivia spedendolo nella regione di Touissant, una nuova mappa completamente differente dal gioco base, caratterizzata da un’atmosfera calda e accogliente ma non per questo meno pericolosa.

Il nostro protagonista avrà l’opportunità di approcciarsi ad un’avventura tutta nuova, caratterizzata dalle missioni secondari di qualità che hanno reso celebre il tiolo di CDPR e da un cast di personaggi davvero indimenticabile. Anche dal punto di vista tecnico però Blood & Wine offre numerose migliorie e cambiamenti ad un sistema di combattimento mai digerito del tutto dalla community e all’esplorazione, offrendo nuovi dungeon e una UI ritoccata.

Blood & Wine è stato il miglior modo di salutare Geralt e ora siamo pronti ad accogliere Ciri, la nuova protagonista della saga.

Shivering Isles – The Elder Scrolls IV: Oblivion

La remastered di Oblivion ha permesso ad una nuova generazione di videogiocatori di apprezzare il capolavoro di Bethesda e, stando alle impressioni raccolte online, pare che il fascino dell’opera non sia per niente invecchiato. Esplorare Cyrodiil e perdersi nel suo mondo fantasy, mentre nel frattempo si tenta di evitare la fine del mondo e di chiudere i cancelli di Oblivion è un’esperienza quasi terapeutica, che consiglieremo a chiunque abbia bisogno di ritrovare un po’ di pace interiore.

Se Oblivion è ricordato con tanto affetto ed è considerato così speciale però, il merito va anche alla sua espansione: Shiverng Isles. Il DLC non è semplicemente una prosecuzione degli eventi del gioco base ma ci trasporta in un regno totalmente nuovo e dominato da Sheogorath, il Principe Daedrico della Follia.

La nuova area riflette l’eccentricità del suo sovrano e ospita alcune fra le migliori quest del gioco, oltre a presentare una storia ben raccontata e vissuta integrando personaggi e ambientazione in una tela quasi perfetta. I giocatori hanno vissuto un’esperienza che solo uno degli RPG migliori di sempre può regalare ed è per questo che Shiverng Isles è così apprezzata dalla community.

The Old Hunter – Bloodborne

I soulslike hanno vissuto una repentina crescita in polarità da quando From Software ha regalato al mondo Elden Ring, la sua opera più maestosa che ha accolto anche chi si avviccinava per la prima volta al genere. I fan di lunga data però hanno eletto da tempo Bloodborne a massimo esponente dello stile di design targato From Software, distinto dalle sue architetture gotiche e la sua inconfondibile atmosfera.

Il lungo e pericoloso cammino del Cacciatore ci porta ad affrontare creature orribili, nate negli angoli più reconditi e disturbati della mente di Miyazaki e degli sviluppatori, concludendosi con uno scontro finale simbolico e memorabile. Inutile dire che i fan reclamavano già all’epoca di tornare nel mondo da incubo di Bloodborne e From Software li ha accontentati con uno dei DLC più apprezzati della saga, che prende il nome di The Old Hunters.

I fan dello studio giapponese adorano questa espansione, proprio perchè offre loro ciò che amano di più: nuove sfide su cui cimentarsi e boss spettacolari da abbattere fra atroci sofferenze. Il punto più alto del DLC è infatti lo scontro con l’Orfano di Kos, una mostruosità disgustosa anche per gli standard di Bloodborne.

Burial at Sea – Bioshock Infinite

Il terzo e ultimo capitolo della saga di Irrational Games ha portato i giocatori ad esplorare la città di Columbia, una metropoli sospesa nei cieli che deve il nome alla personificazione femminile degli Stati Uniti d’America. Bioshock Infinite ha decisamente cambiato marcia rispetto alle origini della serie, rimpiazzando la cupa e sinistra atmosfera di Rapture con una più vivace e colorata, ma comunque distopica e alternativa.

Con Bioshock Infinite, Irrational Games si preparava a dare l’addio alla saga che gli aveva resi celebri e per omaggiarla ha deciso di offrire un ultimo viaggio a Rapture ai suoi giocatori, che con il DLC Burial at Sea hanno potuto vivere l’utopia post-capitalista di Andrew Ryan quando era ancora al suo apice.

Gli sviluppatori hanno deciso di dividere il DLC in due episodi, creando due avventure separate e, se nella prima torniamo nei panni del protagonista Booker, la seconda ribalta ogni aspettativa facendoci prendere il controllo di Elizabeth. Esplorare le profondità sottomarine di Rapture nei panni di Elizabeth offre una prospettiva totalmente nuova, che ha colto di sorpresa i fan e ha reso la sua trama ancor più potente e ha regalato una degna conclusione alla trilogia.

Blood Dragon – Far Cry 3

Ci rendiamo conto che questo DLC impallidisce se confrontato ai giganti citati in precedenza ma abbiamo voluto includerlo unicamente per ragioni di preferenze personali e per quello che secondo noi ha rappresentato.

Blood Dragon ci catapulta in una versione futuristica dell’arcipelago di Rook Islands, dove si ambienta il gioco base, e sebbene non possa vantare la stessa profondità narrativa della storia di Jason Brody o su personaggi iconici come Vaas, offre un’esperienza che ha un fascino tutto suo. L’estetica retrofuturistica ispirata agli anni ’80, le creature che sembrano uscite da un film di fantascienza e i colori al neon lo separano nettamente dall’avventura principale. Il solido gameplay di Far Cry 3 viene arricchito da nuove armi che il sergente Rex Colt maneggia in maniera esperta, facendoci sentire l’eroe di uno di quei B-movie che appaiono in televisione quando ormai tutti sono andati a dormire.

Far Cry 3 rappresenta, insieme ad Assassin’s Creed 2, l’apice di Ubisoft. In questo periodo lo studio premiava la creatività e lasciava fiorire progetti bizzarri ma ben realizzati, proprio come questo DLC. Blood Dragon è un’esplosione di idee e di creatività, lasciata libera di esprimersi in un DLC che forse non sarà fra i più memorabili, ma resta il testamento di un’industria videoludica che sapeva ancora assumersi dei rischi e che veniva premiata per questo

E secondo voi qual è il miglor DLC di sempre?

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