Il 2001 ha segnato il debutto trionfale di Microsoft nel settore videoludico, presentando al pubblico la nuova Xbox e a partire da quel giorno l’industria è cambiata profondamente. Il lancio della prima Xbox è stato legato indissoluiblemente ad Halo, la leggendaria saga che non ha soltanto ridefinito il genere degli sparatutto ma l’intero mondo dei videogiochi
L’impatto culturale di Halo nella cultura popolare è stato immenso e ha inaugurato una saga che conta 13 titoli e oltre 80 milioni di copie vendute ma tutto è partito dalle menti di Bungie, che ci hanno regalato uno degli FPS più influenti della storia: Halo Combat Evolved.
Gli sparatutto sbarcano su console
Prima del 2001 il mondo degli FPS era di dominio quasi esclusivo del PC, con capolavori come Doom e Quake che dominavano il mercato. Halo: Combat Evolved ha infranto questo paradigma e ha dimostrato che era possibile portare gli sparatutto su console.
La mappatura dei comandi è stato un elemento fondamentale, perchè il controller della prima Xbox ci ha dato la possibilità, allora impensabile, di utilizzare la doppia levetta analogica e mirare con la destra. Questo ha aperto una rivoluzione nel mondo videoludico e lo schema di base di Halo è diventato lo standard. Ancora oggi ogni FPS porta le tracce del capolavoro di Bungie, che ha reso possibile l’esistenza di titoli come Call of Duty e Fortnite. Ora questi elementi li diamo per scontati ma è solo grazie ad Halo che esiste lo standard a cui siamo abituati oggi.
Il gameplay di Halo è pensato per essere divertente e bilanciato, mettendo alla prova il giocatore con un cast di nemici vario e imprevedibile supportato di una IA all’avanguardia. Ogni nemico, dagli Elites alla Flood, ha un movest differente e sfida la reattività del giocatore in modo diverso. Bungie poi ha l’accortezza di introdurre lentamente i nuovi nemici, mantenendo così il gameplay sempre vario e riuscendo a tenerci sulle spine per tutta la durata della campagna. Se la prima missione sulla Pillar of Autumn ci presenta una semplice mappa composta da corridoi caotici assaltati dai Covenant, la seconda accoglie il giocatore nell’Halo Ring e gli permette di esplorare un’area molto più vasta.
Il level design infatti è un’altro elemento in cui Halo: Combat Evolved eccelle. Le dieci missioni della campagna si distinguono ognuna per una ragione diversa e incoraggiano il giocatore ad utilizzare diverse strategie e armi per riuscire a proseguire. L’arsenale a disposizione di Master Chief è un’altro elemento impressionante del gioco, perchè introduce diverse armi che sono diventate iconiche e che garantiscono al giocatore la possibilità di approcciare ogni livello in maniera diversa. Dalla fida Magnum al Needler, ogni arma ha i suoi punti di forza e il giocatore è incoraggiato a sperimentare per scovare i punti deboli di ogni nemico.
Il punto più alto raggiunto dal gameplay di Halo: Combat Evolved è forse raggiunto nella missione 343 Guily Spark, durante la quale viene introdotta la Flood, l’unico che nemico in grado di fare paura anche ai Covenant. In questa missione a tinte horror il giocatore si trova davanti una minaccia totalmente diversa e imprevedibile, che richiederà grande dimestichezza e padronanza dell’armamentario a disposizione. Il livello rappresenta una svolta nella trama, che Bungie introduce cambiando in maniera improvvisa i dettami del gameplay a cui ci ha abituato fino a quel momento.
Al contrario di molti sparatutto, Halo: Combat Evolved lascia totalmente libero il giocatore di esplorare e scovare piccoli sotterfugi e maniere di sfruttare il level design. Questo aumenta a dismisura l’immersività del gioco e ci da la sensazione di essere davvero nel pieno dell’azione. La critica che spesso viene mossa al level design di Halo: Combat Evolved è quella di riutilizzare alcuni asset già visti in missioni precedenti e questo è innegabile. Bungie tuttavia riesce a mantenere sempre alto il livello di tensione popolando i livelli con gruppi di nemici diversi e, quando ci troviamo davanti ad alcune sezioni già viste in precedenza, spesso la storia e la nostra consapevolezza degli eventi garantisce un’esperienza differente.
Un’epica stellare
Microsoft non aveva idea di come il pubblico avrebbe accolto la prima Xbox e Halo avrebbe testato le potenzialità della console e della saga targata Bungie. Lo studio di sviluppo quindi ha creato una narrativa dal respiro epico, che però sarebbe stata raccontata in maniera semplice, restando sempre ancorata al gameplay.
La trama di Halo: Combat Evolved viene raccontata durante il corso delle missioni e viene integrata al gameplay. Il momento in cui vestiamo per la prima volta i panni di Master Chief ne è un esempio lampante perchè qui il gioco utilizzerà le parole di un membro dell’equipaggio per darci l’opportunità di cambiare la visuale. Si tratta di un dettaglio che però riassume la filosofia di Bungie in sede di sviluppo del primo Halo.
Master Chief è diventato un’icona per la sua capacità di essere un avatar perfetto del giocatore. Lo Spartan silenzioso verrà risvegliato dal Capitano Keyes che gli affiderà una missione chiara e noi saremo chiamati a portarla a termine. La figura di Cortana accompagnerà il nostro viaggio e il rapporto fra lei e Master Chief riflette la filosofia di Halo: Combat Evolved. Pur essendo i due personaggi principali, le due figure sono dipinte in maniera piuttosto semplice e non è la loro evoluzione a trainare la narrativa ma la loro ben definita personalità. La storia però non si focalizza sulla figura di Master Chief ma sull’universo di Halo perchè lo Spartan, pur essendo il protagonista, agisce per conto dell’Umanità e vive per compiere la sua missione. Non è lui il focus della narrativa, bensì il mondo circostante e i destini delle fazioni che combattono questa guerra intergalattica.
Bungie utilizza in maniera sapiente i dialoghi e le cutscene, integrandole allo storytelling ambientale e ci comunica perfettamente l’importanza e la gravità del conflitto tra i Covenant e l’Umanità. L’atterraggio sull’Halo Ring dopo aver evacuato la Pillar of Autumn nella prima missione ci da già la cifra dell’epicità di questo titolo. Il primo sguardo al cielo mentre suona l’iconica colonna sonora apre l’orizzonte della campagna e ci comunica quanto anche Master Chief sia piccolo e insignificante rispetto ai destini di questo universo.
Il padre di tutti gli FPS
Halo: Combat Evolved è stato uno spartiacque per l’industria videoludica e ha cambiato per sempre il genere degli sparatutto portandolo su console. È impossibile calcolare l’enorme impatto del titolo di Bungie ma possiamo essere certi che il mondo dei videogiochi non sarebbe lo stesso se non ci fosse stato Halo: Combat Evolved.
Halo: Combat Evolved è ancora oggi un titolo estremamente godibile, anche grazie alla versione presente nella Master Chief Collection, che dona una freschezza nuova alle grafiche e ai controlli del classico del 2001. Non stiamo parlando semplicemente del padre di tutti gli FPS, ma di una pietra miliare che ha reso i videogiochi quello che sono oggi. A quasi 25 anni dalla sua uscita resta un titolo fondamentale per gli appassionati di videogiochi, che tutti dovrebbero provare almeno una volta per capire dove poggiano le nostre radici.
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RECENSIONE
L'origine degli sparatutto
Rivisitamo Halo: Combat Evolved, un classico intramontabile responsabile di aver portato gli FPS su console. Ognuno di noi ha ricordi speciali legati alla leggendaria saga Xbox ed è tutto partito da qui.
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