In un mondo che non aveva ancora conosciuto Elden Ring, sviluppare un soulslike non era una decisione così semplice e scontata. Sebbene il sottogenere fosse stato esplorato già da innumerevoli studi di sviluppo e appassionati della saga, il mercato non era così saturo di cloni come lo è oggi.
Nel 2018 lo studio neozelandese A44 ha lanciato la sua interpretazione del genere soulslike con un titolo che forse molti di voi si sono persi. Si chiama Ashen e vorremo parlarvi di come potrebbe essere un ottimo punto di entrata per chi si approccia per la prima volta a questo modelli di videogioco.
Un mondo decaduto che attende il suo salvatore
L’atmosfera cupa e desolante è sempre stata un elemento imprescindibile delle opere di From Software e Ashen ricalca alla perfezione questa sensazione, presentandoci, nella cutscene introduttiva, un mondo di gioco decaduto che attende una figura in grado di riportarlo ai fasti di un tempo.
Il nostro avatar incontrerà il leggendario Bartran, che dope un brevissimo tutorial ci lascierà eplorare il mondo di gioco a nostro piacimento. Ashen è composto da sette aree distinte che non compongono un vero e proprio open world ma sono abbastanza estese e ci garantiscono la libertà di esplorare. Durante il viaggio incontreremo diversi NPC, fondamentali per la nostra missione perchè ci incaricheranno di portare a termine missioni secondari con le quali aumentare il loro livello di affinità nei nostri confronti.
Questi NPC inoltre si uniranno alla nostra spedizione. Viaggeremo sempre in due e l’apporto del nostro compagno sarà fondamentale per aiutarci a superare le sfide più impegnative. Tutti i personaggi si riuniranno all’Asilo del Ramingo, una sorta di hub dove possiamo potenziare i nostri armamenti e portare a termine le quest. Con il passare delle ore vedremo l’Asilo del Ramingo lentamente ricostruirsi, dando un picevole ritorno visivo al senso di progressione del gioco.
Soulslike ma non troppo
Ashen è perfetto per chi si affaccia al genere soulslike per la prima volta perchè il livello di difficoltà non è così punitivo e intransigente. Il design dei livelli e dei combattimenti però è fortemente ispirato a FromSoftware.
L’elemento caratteristico di ogni buon soulslike è la meccanica con cui viene gestita la sconfitta. Ogni volta che il nostro personaggio muore viene resuscitato all’ultima Pietra Rituale a cui ha riposato, dove può ricaricare la sua vita e le sue fiaschette che servono per rimpolpare la barra della salute.
Le Pietre Rituali sono i Falò di questo gioco ed eseguono le stesse identica funzioni tranne una. In Ashen non è possibile salire di livello spendendo i nostri punti esperieza, qui chiamate Scorie. Queste possono essere spese per acquistare oggetti, talismani o potenziare le nostre armi ma la progressione del personaggio viene gestita in un altro modo, come portare a termine le varie quest o dare la caccia ad oggetti speciali.
Il combat system è esattamente quello che vi aspettate. La lezione di From Software è stata ben interiorizzata da A44, che pur limitandone la difficoltà, ripropone lo stesso sistema e una nutrita varietà di nemici da combattere.
L’esplorazione è un elemento centrale di Ashen perchè in giro per la mappa troveremo delle Piume che servono anch’esse a potenziare la nostra barra della vita o della stamina. Queste si possono trovare ovunque ed è per questo che è importante guardarsi attorno durante i nostri viaggi.
Grandi ambizioni e grandi limiti
Il fatto che l’esplorazione sia così importante mette in luce tutti i limiti del mondo di Ashen che, pur essendo piuttosto esteso, non è abbastanza variegato da rendere l’esplorazione sempre divertente. Il mondo di gioco, pur realizzato con uno stile artistico molto creativo, cade nella ripetitività e questo è sempre più evidente con il passare delle ore.
I movimenti del nostro personaggio sono piuttosto fluidi ma questo non si traduce in una reattività dei livelli del gioco. Spesso alcuni salti e alcune mosse sono inconsistenti e rischiano di scoraggiare i giocatori a sperimentare.
Anche le boss-fight sono piuttosto deludenti perchè non garantiscono lo stesso livello di sfida e di spettacolo presente in altri titoli di questo genere. I boss sono i protagonisti dei titoli From Software mentre in Ashen sembrano soltanto degli ordinari nemici con una barra di salute più vistosa.
È evidente che la creatività sia alla base di questo progetto e, nonostante i tanti difetti, Ashen riesce a distinguersi dai suoi competitor per lo stile artistico e l’atmosfera che regala. Se avete adorato i titoli From Software o ne siete spaventati ma incuriositi, questo potrebbe essere il titolo che fa per voi.
Si tratta di un progetto che interpreta in maniera originali alcuni dettami prestabiliti dal genere soulslike e vi regala un esperienza divertente e a tratti rilassante.
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