La saga Assassin’s Creed negli anni è diventata una delle realtà più riconosciute del panorama videoludico. Nato da una costola di Prince of Persia, si è presto stabilita come il più grande franchise di casa Ubisoft, che ha cavalcato l’onda del suo successo per quasi vent’anni. Ora Ubisoft naviga in acque pericolose e tutto lascia pensare che la fine della software house francese sia più vicina che mai.

È rimasta soltanto una carta da giocare, quella di Assassin’s Creed Shadows. Ubisoft punta di nuovo tutto sulla saga che l’ha portata nell’Olimpo del gaming, per una chiusura di un cerchio che diventa quasi poetica.

Ormai mancano pochissimi giorni alla resa dei conti e, in occasione di questo fondamentale evento per la storia dei videogiochi, abbiamo deciso di ripercorrere la storia della serie targata Ubisoft e tornare alle origini di Assassin’s Creed.

Il lato in ombra della Storia

Assassin’s Creed esce durante un’epoca molto prolifica per l’industria videoludica, in un anno che passerà alla storia per aver ospitato il debutto di alcuni fra i più grandi franchise di sempre. Mass Effect, Bioshock e Uncharted uscivano tutti nel 2007 e nessuno poteva aspettarsi che sarebbe stata la nuova creatura di Ubisoft quella che sarebbe sopravvissuta più a lungo.

Il fatto che Assassin’s Creed abbia ormai oltrepassato il suo naturale ciclo vitale è un’altra questione, che qui non tratteremo. Vogliamo approfondire invece l’impatto che il primo videogioco della saga ha avuto su tutto il panorama videoludico.

Già dai primi trailer di presentazione si poteva capire come Ubisoft volesse compiere una svolta importante, presentando una versione alternativa della Storia, che avremmo potuto esplorare immergendoci in una specifica epoca per svelarne i segreti e i misteri che le pagine dei libri non avrebbero mai potuto raccontarci. Questo garantiva agli sviluppatori la possibilità di offrire una loro versione adattata degli eventi storici che, pur rispettando le realtà incontrovertibili delle ambientazioni trattate, veniva arricchita di trame, intrighi e misteri attorno ai quali si sviluppava la narrativa.

Assassin’s Creed è sempre stata una serie che ha mescolato realtà e personaggi storici con elementi di narrazione nati dalle menti degli sviluppatori, creando un connubio unico che è diventato simbolo della saga.

Il primo Assassin’s Creed ha avuto il compito di introdurre questa nuova idea ai giocatori, che ne sono stati subito impressionati e si sono lasciati rapire dalle avventure di Altair. Assassin’s Creed infatti riscuote un successo impressionante, riuscendo a raccogliere le lodi di pubblico e critica e soppiantando definitivamente Prince of Persia nella scuderia di Ubisoft.

Interpretiamo Desmond Miles, un anonimo barista che viene rapito dalla Abstergo Industries, una misteriosa compagnia che lo conduce al cospetto dell’Animus. I due scienziati, Vidic e Lucy, gli spiegano che il motivo per cui è stato rapito ha a che fare con il suo passato e le sue origini. Abstergo vuole utilizzare Miles per rivivere le memorie del suo antenato Altair, un membro dell’Ordine degli Assassini.

Ci verrà illustrato il funzionamento dell’Animus, un macchinario che è in grado di simulare la memoria genetica dell’utilizzatore e grazie a questo potere Abstergo potrà esplorare la vita di Altair, un assassino vissuto durante l’epoca della Terza Crociata alla fine del XII secolo.

A questo punto entriamo nel vivo del gioco e prendiamo il controllo di Altair. Il giovane assassino deve riconquistarsi la fiducia dell’Ordine e del suo leader Al Mualin e per farlo verrà incaricato di fare fuori nove obiettivi di rilievo fra le file dei Templari, la fazione nemica con cui gli Assassini sono in eterna lotta.

Accompagneremo il nostro protagonista alla scoperta delle tre città che compongono la campagna di Assassin’s Creed: Acri, Gerusalemme e Damasco, svelando gli intrighi di un trama molto più grande di noi, intrecciata indissolubilmente al conflitto fra Cristiani e Musulmani che sta massacrando la Terra Santa.

Il tono del primo Assassin’s Creed è molto più cupo e questo viene riflettuto nella personalità del protagonista, che contrasta con la presunzione e l’arroganza di Ezio Auditore. Il ritmo del gioco è più lento e riflessivo, il che permette a Ubisoft di sfidare il giocatore e presentare tutti gli elementi che renderanno famoso il franchise.

Non vogliamo spoilerarvi troppi elementi della trama, perchè riteniamo che Assassin’s Creed sia un gioco che vada riscoperto da chi non ha avuto ancora l’opportunità di giocarlo. La perfetta combinazione fra il passato e il presente che si influenzano a vicenda è stata la carta vincente, che ha permesso alla saga targata Ubisoft di guadagnarsi un posto fra le più influenti e indimenticabili di sempre.

Stealth e parkour: un’accoppiata perfetta

Il primo Assassin’s Creed soffre di una reputazione infelice, che ha portato la maggior parte dei giocatori contemporanei a considerarlo un titolo obsoleto dal gameplay carente e disarticolato. Non possiamo certo negare che i capitoli successivi della serie hanno proposto sistemi più fluidi e accessibili ma tutto è partito dalle fondamenta stabilite da questo storico titolo.

Assassin’s Creed introduce al giocatore tutti quegli elementi che diventeranno identitari per la saga di Ubisoft e, se oggi possono apparire monotoni e stucchevoli, bisogna ricordare che nel 2007 costituivano una novità mai vista.

Il gameplay di Assassin’s Creed si fonda su uno schema molto semplice, che alterna momenti stealth a sezioni di combattimento, unite dall’iconico parkour del protagonista sui tetti delle tre città che fanno da teatro alla trama. Ubisoft aveva già all’epoca una storia illustre nel genere degli stealth games, grazie all’esperienza acquisita con lo sviluppo di Splinter Cell. In Assassin’s Creed questo concetto viene riproposto ma adattato ad un ambientazione molto più interattiva e modellabile in base ai movimenti del giocatore.

Essendo un assassino, Altair si troverà spesso a fuggire fra le strade di Damasco o rincorrere le sue vittime fra i tetti di Gerusalemme e questo pilastro del gameplay poggia sulle fondamenta di controlli reattivi e soddisfacenti, che creano nel giocatore un senso di libertà impareggiabile. È chiaro che non stiamo parlando di un open-world come lo intendiamo oggi, ma le ambientazioni del primo Assassin’s Creed sono abbastanza vaste da permettere al giocatore di scegliere il proprio percorso in maniera indipendente, indagando su quale sia il migliore approccio per portare a termine la missione.

Il combattimento invece è piuttosto rudimentale per gli standard moderni ma c’è da dire che la varietà di armi a disposizione di Altair è supportata da un set di animazioni uniche che riescono a rendere coinvolgenti anche queste fasi. L’obiettivo però è quello di non trovarsi faccia a faccia con il nemico per uno scontro frontale ma sfruttare le ombre della città per infliggere il colpo mortale senza che nessuno se ne accorga.

Assassin’s Creed permette ad Ubisoft di sfoggiare tutto il suo potenziale creativo e mettere in pratica tutte le lezioni imparate dai progetti precedenti, ed è per questo che il titolo rappresenta la definitiva incoronazione dello studio. In alcune sezioni il ritmo si abbassa, cadendo più volte nel tranello della ripetitività e non c’è dubbio che la formula è stata perfezionata con i capitoli successivi ma troviamo ingiusto che i meriti del primo Assassin’s Creed debbano essere sminuiti a causa delle virtù di chi è venuto dopo.

La compagnia francese ha regalato ai suoi fan un titolo fondato su un’idea innovativa ed intrigante, offrendo uno sguardo alternativo sul passato dell’umanità condito da una buona dose di misteri e trame segrete che hanno agito in sinergia a creare una delle saghe più apprezzate di sempre.

La maniera in cui Ubisoft è riuscita a cucire un’avventura tutta nuova, fidandosi della creatività e delle intuizioni dei propri sviluppatori è purtroppo figlia di un tempo ormai lontano ma noi non ci stancheremo mai di apprezzare questi atti di coraggio, che portano spesso ai migliori risultati artistici.

Assassin’s Creed cristallizza un epoca di fermento nel mondo dei videogiochi, che in questo caso ha preso la forma di un Assassino fra le polverose strade della Terra Santa, regalandoci un’esperienza indimenticabile e l’inizio di una storica saga durata quasi vent’anni. Giocarlo oggi può intimidire il pubblico abituato agli standard grafici moderni, ma a nostro parere resta un titolo da vivere in prima persona nonostante i suoi difetti.

Avete mai giocato al primo Assassin’s Creed?

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