Alcuni di voi si ricorderanno quando Obsidian ha annunciato Avowed per la prima volta. Quel breve teaser che seguiva la traiettoria di una freccia regalandoci una vista mozzafiato del mondo di Eora ha catturato immediatamente la nostra attenzione e ci ha subito ricordato un titolo a cui siamo molto affezionati: Skyrim. Poter avere fra le mani la versione di Obsidian di The Elder Scrolls sembrava un sogno, anche perchè lo studio si è orami creato una reputazione migliorando sensibilmente gli IP di Bethesda, come fece nel 2010 con Fallout: New Vegas.
Lo scorso 18 Febbraio Avowed è finalmente sbarcato su Xbox e PC ed è il momento di capire se davvero il nuovo RPG di Obsidian è l’erede di Skyrim.
Viaggio nelle Living Lands

L’ avventura si apre con il nostro personaggio che naufraga sulle rive delle Living Lands, uno dei più remoti e pericolosi territori di Eora. Interpretiamo l’Inviato dell’Imperatore di Aedyr, che ci affida la missione di indagare sull’origine della Piaga dei Sogni, un’epidemia che sta decimando la popolazione delle Living Lands e corrompendo il territorio.
Come rappresentanti dell’Impero, ci renderemo presto conto che la presenza aedyriana è malvista dagli abitanti, i quali considerano gli imperiali come degli invasori. La premessa crea un grande potenziale per una storia che può andare a toccare tematiche sensibili, intrecciando i personaggi e le loro origini con la lore pregressa del mondo di Pillars of Eternity, di cui Avowed fa parte.
Dobbiamo purtroppo constatare che questo obiettivo Avowed lo raggiunge soltanto a metà. Le prime ore del gioco mettono molta carne al fuoco e ci illudono di essere tornati all’epoca d’oro di Obsidian, nota per l’abilità di intrecciare fra loro filoni narrativi in maniera fluida e competente, in base alle scelte effettuate dal giocatore durante l’avventura. Il mondo di gioco appare subito vasto e brulicante di conflitti sul punto di esplodere e il nostro arrivo minaccia di rompere il precario equilibrio fra le genti delle Living Lands.
L’avventura inizia senza perdersi in troppe introduzioni, permettendoci subito di esplorare e affrontare le prime quest e i primi dungeon, di cui parleremo più avanti. Sul fronte narrativo, però, dopo un inizio promettente che comunica in maniera efficace l’alta posta in gioco e la precarietà della situazione, emerge una realtà meno incisiva di quanto ci saremmo aspettati.
Il nostro personaggio inizierà presto a sentire una voce nella sua testa, che naturalmente lo lascia molto confuso e che giocherà un ruolo fondamentale nella trama. Questo espediente narrativo può funzionare in un contesto fantasy, come ha dimostrato Baldur’s Gate 3, ma in Avowed è qui che si iniziano ad intravedere le prime crepe nella scrittura. La nostra relazione con La Voce e con tutto il resto del cast non evolve organicamente a seconda delle nostre scelte e si ha l’impressione di non avere di fronte personaggi con un’origine, una storia e degli obiettivi, ma semplicemente attori che interpretano un ruolo.
Si cade in un difetto molto comune per gli RPG di questo genere, che è quello di dipingere un mondo creato a misura del protagonista e che prende vita solamente alla nostra presenza. Non si ha l’impressione che il mondo di Avowed esista a prescindere dal nostro protagonista, sembra invece di trovarsi su un set cinematografico, in cui il regista grida la parola “Azione” poco prima che noi carichiamo la nostra partita.
Questo limite è evidente soprattutto nelle città, che pur essendo sviluppate molto bene dal punto di vista del level-design e dello stile artistico, appaiono vuote e prive di vita. Possiamo interfacciarci con molti NPC, alcuni dei quali ci affideranno delle missioni secondarie da completare, e potremo andare ad esplorare i vicoli in cerca di negozi per potenziare il nostro armamentario ma sarà tutto caratterizzato da un’estrema superficialità.
Un episodio calzante che incapsula perfettamente questa sensazione è stata la nostra prima visita a Paradis, il primo vero e proprio centro cittadino che Avowed presenta al giocatore. Memori delle nostre scorribande per le strade di Skyrim, ci siamo introdotti in un edificio dove le guardie aedyriane si vanno a riposare e, non potendo resistere alla tentazione, ci siamo accucciati per rubare qualche provvista. Ci siamo accorti che nessuno ci ha ammoniti e, per esserne certi, abbiamo rubato il cibo dal piatto di una guardia seduta davanti a noi. Nulla.
Il mondo di Avowed non reagisce alle nostre azioni, che siano nobili o malvagie, e fa fatica a mostrare le conseguenze delle nostre scelte persino nel corso della storia principale. Non c’è un sistema di reputazione, non possiamo effettivsamente inimicarci uno dei nostri compagni e non possiamo nemmeno farci prendere dalla furia omicida e sterminare qualche NPC inerme. Questa è una grave mancanza per un titolo di Obsidian, che ha sempre dato priorità alla libertà di scelta del giocatore, assicurandosi che tutte le sue possibili decisioni fossero ritratte all’interno del gioco.
Dobbiamo ammettere con grande delusione che Avowed, almeno dal punto di vista narrativo, fallisce su tutta la linea. Le scelte del giocatore non vengono prese in considerazione come dovrebbero e questo agisce a cascata sui rapporti con i personaggi e i compagni, che perdono profondità e personalità. Se c’è un elemento in cui Avowed è davvero riuscito ad emulare Skyrim è proprio nella scarsa qualità della storia principale, che anche in questo caso rappresenta un’orpello di un videogioco che trova i suoi punti di forza in altri elementi.
Esplorazione e combattimento

Come abbiamo già accennato in precedenza, il level design di Avowed è davvero eccellente. I fan di Pillars of Eternity potranno finalmente apprezzare una visuale in prima persona del mondo di Eora ma Obsidian riesce a comunicare anche ai giocatori che si affacciano per la prima volta alla saga quanto queste terre possano essere piene di sorprese e meraviglia.
Il primo colpo d’occhio sulle Living Lands ci lascia senza fiato. Davanti a noi si staglia un mondo vasto e fantastico, dipinto con uno stile artistico caratteristico che utilizza architetture intricate e colori saturi per incuriosire l’occhio del giocatore e attirarlo a sè. Se ci addentriamo ad esplorarlo poi scopriremo una varietà di edifici che nascondono segreti, oggetti, equipaggiamenti e magari una fugace storia da leggere sulle pagine di qualche diario dimenticato.
Obsidian sviluppa con cura il suo mondo, facendo un sapiente uso della verticalità, che permette agli sviluppatori di nascondere in ogni angolo qualcosa di interessante. Il giocatore realizzerà come la sua curiosità verrà sempre premiata e questo lo incoraggerà a perdersi nelle Living Lands, per scoprire tutto quello che hanno da offrire.
La fluidità dei movimenti del personaggio aiuta questa sensazione di libertà, che si traduce in immersione totale. In qualunque momento possiamo trovarci ad osservare lo splendore di uno scorcio dalla cima di un edificio, per poi scendere nelle profondità oscure di un dungeon qualche minuto dopo, ed è proprio in questo ciclo potenzialmente infinito che Avowed trova uno dei suoi più grandi punti di forza. Rimane il rammarico di come molti di questi ambienti meravigliosi non vengano sfruttati correttamente dalle quest, sia primarie che secondarie.
Un mondo di gioco coinvolgente però ha bisogno di pericolose minacce da combattere ed è qui che entra in gioco il vero fiore all’occhiello di Avowed: il combattimento. Sviluppare un sistema di combattimento per un titolo fantasy medievale è notoriamente una sfida ardua, soprattutto se in prima persona, perchè gli sviluppatori non possono fare affidamento sui movimenti del personaggio per dare fisicità ai suoi attacchi. Un altro grande ostacolo è introdurre correttamente nel combattimento la magia e gli incantesimi, che non possono certo avere lo stesso peso di un’ arma da fuoco e spessono vengono trascurati dai giocatori.
Obsidian riesce a creare la sintesi perfetta, che poggia le sue basi su animazioni sopra le righe, sound design deciso e nemici vari ed imprevedibili. I primi inconti ci permettono di prendere le misure e abituarci a queste nuove sfumature ma Avowed non perde tempo a gettarci in battaglie impegnative, durante le quali dovremo gestire orde di nemici aggressivi e intelligenti. L’IA degli avversari infatti gli permette di adattarsi al comportamento del giocatore e a cercare diversi approcci, sfruttando anche l’ambientazione circostante per coglierlo di sorpresa. Avowed inoltre ci da la possibilità di equipaggiare due set di armi che potremo cambiare al volo durante la battaglia, prediligendo uno stile di combattimento versatile, dove il giocatore può modificare il suo approccio in base alla situazione
Durante l’esplorazione incontreremo anche diversi boss, una novità per lo stile che ha sempre contraddistinto gli RPG di Obsidian. Queste battaglie sono le più spettacolari e caotiche del gioco e permettono a noi e ai nostri compagni di mettere alla prova la nostra strategia e abilità. Non basterà infatti colpire a ripetizione il grosso avversario per poter avere la meglio, dovremo tenere sotto controllo i suoi movimenti e le nostre risorse per poter avere l’opportunità di sconfiggerlo.
Il nostro equipaggiamento sarà importantissimo per avere successo e, vagando per il mondo di Avowed, troveremo una moltitudine di armi, armature e amuleti per aumentare le nostre statistiche. La disivione in gradi però risulta a volte troppo restrittiva perchè separa in comparti stagni le diverse aree. Abbiamo cinque rarità di equipaggiamento, distinte in tre gradi ciascuna e potenziarli sarà tassativo per poter avere una possibilità contro i nemici di livello più alto. Se il nostro avversario avrà sulla testa un indicatore che supera il grado di rarità delle nostre armi riceveremo il 30% in più di danno e ne infliggeremo il 30% in meno, rendendo il combattimento una lunghissima e tediosa attività che si concluderà probabilmente con un ‘Game Over‘.
Costruzione del personaggio

Come in ogni RPG che si rispetti, Avowed ci affida il compito di costruire il nostro personaggio in base allo stile di gioco che preferiamo. Esistono tre skill tree da esplorare, che corrispondono alle tre specialità di combattimento: combattente, ranger e mago, oltre ad un altro ramo che però sarà legato ad abilità acquisite nel corso della storia principale.
A colpo d’occhio sembra che le possibilità di cucire il nostro personaggio in base al nostro stile di gioco preferito saranno immense ma presto realizziamo che c’è un limite importante a questa ambizione: i punti a disposizione sono troppo pochi.
Se decidiamo di concentrarci su una sola delle tre vie principali proposte dal menù di Avowed, riusciremo a sbloccare soltanto una piccola porzione di abilità a disposizione, cosa che ci obbliga a ponderare bene le nostre decisioni. Essendo un titolo che si presenta come un gioco di ruolo, è naturale che l’allocazione dei punti abilità presupponga una serie di restrizioni, ma il sistema di combattimento di Obsidian è chiaramente realizzato con l’intento di promuovere uno stile di gioco versatile, grazie al quale il giocatore può permettersi di sperimentare senza essere incanalato in una classe con specifici punti di forza e di debolezza.
Avowed si pone come evidente obiettivo quello assecondare la creatività e l’intuito del giocatore durante il combattimento, tuttavia questo potenziale viene ristretto dall’impossibilità di sbloccare abbastanza abilità e vedere fiorire pienamente la nostra build. I punti da assegnare possono essere recuperati pagando una piccola somma in denaro, ma si tratta di una magra consolazione che non risolve la radice del problema.
Con l’intervento di una patch, questo limite potrebbe essere risolto concedendo al giocatore il doppio dei punti abilità per livello, sbloccando finalmente tutto il potenziale di un sistema di combattimento davvero fenomenale.
Ve lo consigliamo?

Avowed è un titolo che aspettavamo da tempo ed eravamo impazienti di giocare. Ci aspettavamo di essere travolti dal tocco magico di Obsidian, uno studio che ha plasmato il nostro palato videoludico con titoli del calibro di Fallout: New Vegas e Star Wars: Knight of the Old Republic 2.
Ne siamo usciti decisamente sorpresi perchè mai ci saremmo aspettati di trovarci a criticare la qualità narrativa del gioco e di lodarne il sistema di combattimento ma, se per un attimo ci togliamo i nostri panni di recensori, appoggiamo la penna sul tavolo e torniamo ad essere giocatori, non possiamo negare di esserci divertiti tantissimo.
Esplorare un nuovo mondo e scoprirne i suoi segreti, passeggiare per le strade in cerca di quest apprezzando gli scorci del meraviglioso paesaggio ci ha immersi nelle Living Lands proprio come speravamo e in fondo non è questo ciò di cui abbiamo bisogno da un nuovo videogioco?
Avowed non è Skyrim e non lo sarà mai. La nuova creatura di Obsidian ha tanti difetti, molti dei quali non potranno essere risolti da una futura patch, ma durante la nostra avventura abbiamo provato di nuovo quell’inconfondibile sensazione che solo un grande RPG può dare, uno che a nostro parere verrà rivalutato col passare degli anni.
E voi avete giocato ad Avowed?
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Un meraviglioso RPG costellato di occasioni perse
Il ritorno di Obsidian ci ha sorpreso. Lodarne il sistema di combattimento e criticarne il comparto narrativo non era certo quello che ci aspettavamo ma, prendendo in considerazione pregi e difetti, Avowed resta un ottimo RPG. Se accettate le sue mancanze e vi lasciate rapire dalle Living Lands vi saprà regalare decine di ore di divertimento e vi terrà incollati allo schermo fino a farvi perdere la cognizione del tempo.