Il mondo dei videogiochi era molto diverso vent’anni fa. All’inizio del millennio le case di sviluppo sperimentavano con i progetti più disparati, liberi dalla pressione dei grandi capitali e dalle necessità di profitto.
Prima di essere associata indissolubilmente a GTA, Rockstar era uno studio che sviluppava moltissimi titoli differenti fra loro, che sperimentavano con diversi concetti e meccaniche di gioco. L’emblema del periodo sperimentale di Rockstar è proprio Bully, un titolo che affascina per la sua apparente semplicità e per l’umorismo che contraddistingue i titoli Rockstar.
Bully ci vede giocare nei panni di Jimmy Hopkins, un irrequieto ragazzino di 14 anni con un’infanzia difficile e una madre assente, che spesso ama mettersi nei guai. Jimmy viene spedito alla Bullworth Academy e dovrà ambientarsi in una scuola e una città nuova, con tutte le difficoltà che ne conseguono.
Un open world alla Rockstar
Queste premesse sono soltanto un espediente narrativo per liberare il giocatore in un open world che è fortemente ispirato a quello di GTA San Andreas, uscito soltanto qualche anno prima. Il giocatore infatti sarà libero di esplorare un mondo di gioco piuttosto vasto per gli standard dell’epoca, completando le missioni principali e le attività secondarie a proprio piacimento.
Il punto di forza di questi titoli è da sempre il grande livello di interattività e Bully non è certo da meno. La maggior parte del tempo lo passeremo all’interno dell’Academy, che è senza dubbio la zona più dettagliata e curata del gioco anche a livello grafico. Le avventure di Jimmy tuttavia ci porteranno ad esplorare l’intera città e, come da tradizione Rockstar, potremo approcciarci a questo mondo nella maniera a noi più gradita.
È possibile utilizzare lo skatebord per sfrecciare per le strade della città, incontrare personaggi unici e divertenti e affrontare le diverse missioni e minigiochi disseminati per tutta la mappa.
Il gameplay di Bully segue la classica formula Rockstar e prende ispirazione dai precedenti titoli dello studio. Il combattimento è simile a quello di GTA ma senza le armi da fuoco, l’esplorazione e gli elementi come la minimappa saranno facilmente riconoscibili ai fan di lunga data dello studio e l’atmosfera generale che pervade il titolo è quella di un’umorismo tendente alla satira e alla critica sociale che ha reso iconica la Rockstar di inizio Duemila.
Il GTA scolastico
Il sistema della Bullworth Academy è stato implementato in maniera ottima da Rockstar, che decide di inserire nel gioco delle vere e proprie lezioni governate da minigiochi a tema in cui il giocatore deve cimentarsi. Questo regala una varietà che permette al titolo di essere sempre intrattenente e mai ripetitivo.
Come in ogni scuola che si rispetti esistono delle fazioni rivali, con cui Jimmy dovrà confrontarsi. Si possono completare delle missioni per conto di queste fazioni per aumentare la nostra reputazione e influenzare gli equilibri dell’Academy.
Bully eredita anche il tono satirico e la libertà di esplorare il mondo al proprio ritmo. GTA è sempre stata una serie che ha permesso ai giocatori di dare sfogo ai propri impulsi e alle proprie fantasie e Bully cerca di replicare questo principio ma inserendolo nei limiti di un ambientazione scolatica. Non ci sono pistole ma fionde e pugni, non si scappa dalla polizia ma dalle guardie scolastiche e i professori e non si rubano automobili ma biciclette.
Bully è un classico dimenticato
Messo in ombra dagli altri progetti di Rockstar, Bully non ha avuto l’opportunità di ricevere un sequel ma questo non significa che la qualità del gioco sia inferiore. Bully è diventato un icona per la capacità dimostrata dagli sviluppatori di poter ricreare la formula GTA in un’ altra ambientazione che non sia propriamente criminale.
Jimmy è un protagonista perfetto per questa avventura perchè ci mostra quali sono i rischi di crescere in un ambiente trascurato ma lo comunica in una chiave leggera e spensierata che ci porta a guardare quasi con nostalgia il nostro passato a scuola.
Bully è uno degli IP dimenticati di casa Rockstar e, sebbene non abbia venduto inizialmente tante copie quante ci si augurasse, si è guadagnato lo status di cult per i tanti riconoscimenti ricevuti dai giocatori in questi anni.
Se non lo avete provato prendetevi un pomeriggio per farlo. Se amate la saga GTA vi sentirete subito a casa e potrete godervi un titolo che non aveva alcuna pretesa se non quella di divertire il proprio pubblico.
Avete mai gicato a Bully?
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NON È SOLO GTA
Bully non è un capolavoro e non vuole lasciarvi con un messaggio specifico. È semplicemente un videogioco divertente che ci mette nei panni di un ragazzino irrequieto e problematico e ci permette di seminare il panico per la Bullworth Academy e per tutta la città circostante. I paragoni con GTA non hanno giocato ai destini del titolo ma essere paragonati a titoli come San Andreas non potrà mai essere considerato negativo.