Il metroidvania è un genere di videogiochi molto divisivo per il pubblico di massa. Ripercorrere gli ambienti in cerca di nuove strade e percorsi da esplorare man mano che il nostro protagonista riceve potenziamenti sempre più forti e determinanti può essere molto soddisfacente ma può facilmente scadere nella ripetitività.
Per distinguere un titolo metroidvania quindi ci vuole un elemento che gli dia una marcia in più, qualcosa che lo contraddistingua dai suoi simili e lo faccia spiccare in mezzo all’oceano di alternative. È proprio questa la missione di Cookie Cutter, il titolo sviluppato da Subcult Joint, che riesce ad emergere grazie alle sue grafiche interamente realizzate a mano e alla violenza esplosiva che caratterizza il suo gameplay.
Abbiamo fatto due chiacchiere con Stefano Guglielmana, il fondatore si Subcult Joint, che ci ha rivelato alcuni interessanti retroscena relativi al progetto e alla sua nascita.
Un amore insanguinato

Cookie Cutter parte con una cutscene che ci comunica immediatamente l’oscurità del mondo in cui ci stiamo per tuffare. Lo voce narrante racconta di come Victor Garbanzos abbia scoperto poteri e tecnologie al di là dell’immaginazione dopo essere emerso dalla misteriosa Megastruttura. Prometteva di eliminare la paura della morte, offrendo di preservare le coscienze all’interno di corpi metallici chiamati Denzels.
INFONET, la compagnia di Garbanzos, aveva costruito in breve tempo una Mega-City, faro del progresso tecnologico ed epicentro della conoscenza . La famiglia Garbanzos ha continuato a dominare il mondo per 212 anni e la vera natura di ciò che il capostipite aveva scoperto è andata perduta nel mistero. Nessuno conosceva l’entità della tecnologia alla base della rivoluzione utopica promossa da Victor Garbanzos ma ben presto è stato scoperto che i Denzels non servivano a regalare la vita eterna alle menti più brillanti, bensì ad impringionarle in un involucro metallico e renderle schiave al servizio di INFONET.
Mentre il malcontento iniziava ad emergere fra le crepe del regime dei Garbanzos, la scienziata Shinji Fallon ha deciso di abbandonare la compagnia. La sua missione era quella di utilizzare la sua conoscenza per liberare il mondo dalla morsa di INFONET ed è con questo scopo in mente che crea il suo Denzel e lo chiama Cherry.
Il rapporto fra le due diventa sempre più stretto e Shinji Fallon finisce per scoprire un amore che non immaginava di poter trovare. La sua creatura le aveva ricordato cosa significa essere umani. Shinji e Cherry però non hanno mai avuto l’occasione di proseguire la loro missione perchè una notte all’improvviso sono cadute nell’imboscata di INFONET, che ha rapito Shinji e ha lasciato Cherry in fin di vita.
Cherry, la nostra protagonista, verrà salvata da un meccanico di nome Raz, che ripara il suo corpo metallico e la rimette in forze. È qui che comincia ufficialmente la nostra avventura.
Combattimenti alla massima potenza

Al di là della narrativa, cosa distingue davvero Cookie Cutter? Appena avrete il pad in mano e deciderete di giocarci lo capirete immediatamente. Cherry si muove fra le ambientazioni bidimensionali con una fluidità sorprendente e una responsività davvero sbalorditiva. Non serve abituarsi a una schema di comandi ottuso e legnoso perchè gli sviluppatori riescono ad implementare movimenti intuitivi, supportati da animazioni esagerate e spettacolari che rendono il saltellare lungo la mappa un vero piacere.
Il vero piatto forte del gameplay però è senza dubbio il combattimento. È qui che Cookie Cutter da il meglio di sè, unendo la fluidità dei suoi comandi, la immensa varietà di nemici e la libertà concessa al giocatore di affrontare qualsiasi incontro seguendo la propria personale strategia. Il risultato è una serie di arene caotiche caratterizzate da un esplosione di suoni e colori nelle quali non sempre sarà facile avere la meglio.
Nonostante ad uno sguardo superficiale possa sembrare che il sistema di combattimenti prediliga un apporccio alla hack-n-slash, nel quale l’unico compito del giocatore è quello di premere i tasti più velocemente possibile, Cookie Cutter nasconde un elemento strategico determinante. L’alternanza fra attacco leggero e attacco speciale ci illude, facendoci pensare di essere davanti ad un sistema di combattimento superficiale, che ci concede di superare qualsiasi incontro con facilità. La gestione degli attacchi speciali però sarà l’elemento che separerà la vittoria dalla sconfitta perchè non potremo utilizzarli a ripetizione. Ogni volta che sferreremo un attacco speciale, la barra dell’energia sotto quella della salute calerà, impedendoci di affidare il successo in combattimento all’utilizzo indiscriminato di queste mosse.
Qui entra in gioco l’esplorazione, grazie alla quale Cherry scoverà nuove aree e potenziamenti che la potranno aiutare in combattimento. Inizialmente abbiamo a disposizione soltanto un cazzottone potenziato ma presto troveremo abilità speciali che ci renderanno sempre più letali.
Essendo un metroidvania, l’esplorazione è fondamentale. Cookie Cutter si snoda su dieci enormi livelli labirintici che si aprono davanti a noi mentre cercheremo di raggiungere il checkpoint successivo. Qui gli sviluppatori possono dare fondo a tutta la loro creatività, costruendo stanze concentriche colme di nemici e tesori da scovare.
L’impalcatura del genere viene conservata grazie a diverse chiavi che sbloccano aree prima irraggiungibili ma è principalmente l’acquisizione di nuovi poteri a rappresentare il momento di maggiore soddisfazione. Durante il cammino infatti, se terremo gli occhi aperti, ci imbatteremo in piattaforme che doneranno alla nostra protagonista un nuovo potere, attraverso il quale potrà raggiungere nuove aree ancora inesplorate.
L’acquisizione del doppio salto, come spesso accade, svolta completamente il nostro stile di gioco perchè è utile sia nelle sezioni di esplorazione che in quelle di combattimento.
La sinergia fra tutti gli elementi che lo compongono rende Cookie Cutter un titolo davvero completo, che non ha nulla da invidiare al genere tripla A. L’avventura di Cherry non ci darà tempo di annoiarci perchè sarà capace di tenere sempre alta l’attenzione del giocatore grazie al suo gameplay reattivo che propone un livello di sfida maggiore di quello che ci saremmo aspettati e servendosi di una narrativa e un world building molto approfonditi.
Se siete fan del genere metroidvania questo non ve lo potete assolutamente perdere, ma lo consiglieremo anche a chi apprezza una buona storia ambientata in un mondo distopico.
Ma ora passiamo la parola a Stefano Guglielmana, che ci spiegherà i retroscena del processo di sviluppo di Cookie Cutter
Parola agli sviluppatori

Raccontaci un po’ delle origini di Cookie Cutter. Da dove è partita questa idea?
CookieCutter nasce dall’esigenza di volersi esprimere trovando la propria voce e utilizzando la propria sensibilità. Dal mio punto di vista, come quello di ogni membro del team, questo è stato l’obiettivo primario: blendare la possibilità di trovare il nostro modo di fare le cose con la voglia di realizzare il gioco migliore possibile.
C’è qualche titolo al quale vi siete ispirati o che comunque avete voluto omaggiare?
Ci siamo ispirati a una moltitudine di cose, dai fumetti degli anni novanta, alla musica, ai videogiochi che ci piacciono, ai film. Abbiamo cercato di prendere tutto ciò che poteva dare attitudine all’opera, che era intimo per ognuno di noi, e miscelarlo assieme, vomitandolo nel gioco.
Il genere metroidvania è un po’ inflazionato, soprattutto nel mondo indie, ma Cookie Cutter si riesce a distinguere. Avete utilizzato qualche tecnica per raggiungere questo risultato o vi siete semplicemente affidati alla validità delle vostre idee?
Il modo in cui abbiamo provato a rendere Cookie Cutter un’esperienza unica è stato utilizzare al meglio quello che eravamo più bravi a fare. Dall’idea di creare un gioco completamente basato sull’animazione 2D, fino a immergerci nelle nostre visioni. Il tono del gioco è ciò che più lo contraddistingue: lo stile, l’attitudine e la narrativa rappresentano il nostro tentativo di creare una storia che suona come una urban tale.
È il momento della domanda inevitabile sui progetti futuri. Avete già qualcosa di nuovo in cantiere?
Per quanto riguarda i progetti futuri, ci sono tante idee, ma attualmente vorremmo concentrarci sul rilassarci e recuperare la fatica di tutto il lavoro fatto. Cookie Cutter è costato sei anni di sviluppo, sette considerando i porting, tutte le piattaforme, il bug fixing e l’Overkill Edition. Adesso vogliamo un attimo di riposo, anche se nel frattempo stiamo lavorando attivamente su altre parti di Cookie Cutter. Abbiamo un paio di progetti in mente per il futuro, vedremo.
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