Immaginate per un attimo di trovarvi nel 2004. State appena uscendo da scuola dopo una giornata interminabile e mentre aprite il lucchetto della vostra bicicletta in cortile state già pensando a come una volta entrati in casa vi precipiterete verso l’Xbox che vi aspetta in camera e passerete l’intera serata ad esplorare un mondo fantastico, mentre lentmente il sonno prenderà il sopravvento su di voi.
Il mondo fantastico di cui stiamo parlando è quello di Fable, un RPG che ha segnato profondamente un’intera generazione di giovani videogiocatori, i quali stavano crescendo a fianco del mezzo di un mezzo videoludico sempre più impressionante e colmo di creatività.
L’RPG di Lionhead Studios ha rappresentato un’importante innovazione per l’era della prima Xbox, console che si è riuscita ad aggiudicare i diritti esclusivi della saga. In vista del reboot in arrivo nel 2026 vogliamo rivisitare il primo Fable e chiederci se vale ancora la pena di giocarlo nel 2025.
Il canovaccio del gioco di ruolo occidentale

Il fatto che la distinzione fra RPG e JRPG sia emersa così nettamente nel corso degli anni è perchè le due tipologie di giochi di ruolo presentano differenze sostanziali, sia nella forma che nel contenuto. Fable è l’esempio perfetto di RPG della scuola occidentale, che si fonda su elementi ormai divenuti pilastri di questo particolare sottogenere, come il mondo di gioco ispirato all’epoca medievale, arricchito da elementi magici a creare un quadro automaticamente associato alla grande famiglia del fantasy.
Fable viene raccontato dalla voce narrante che legge le pagine di un imponente libro finemente rilegato, il quale si racconta le gesta del tuo personaggio e sottintende il tuo stato di leggenda. Assumiamo il controllo di un bambino apparentemente anonimo che vive nel villaggio di Oakvale, un piccolo centro che sorge nel continente di Albion.
Vengono introdotte le prime meccaniche del gioco, che ci fanno immediatamente capire come il cuore di Fable starà nelle scelte che il nostro personaggio potrà compiere. Dobbiamo cercare di raggranellare abbastanza denaro per comprare un regalo di compleanno a nostra sorella e questo obiettivo potrà essere raggiunto rispondendo ad alcune semplici richieste dei locali.
Ci sarà sempre la possibilità di agire in modo egoistico e sfruttare la buona fede degli abitanti del villaggio per guadagnare alle loro spalle e in questo modo Fable chiarisce al giocatore che la scelta di agire in maniera retta o meno sarà tutta nelle sue mani. La moralità infatti sarà un fattore fondamentale in Fable e l’indicatore che la governa costituirà la vera e propria bussola del nostro gameplay.
Dopo questa breve sezione introduttiva, il villaggio di Oakvale verrà invaso dai banditi, che lo metteranno a ferro e fuoco uccidendone gli abitanti. Anche il nostro personaggio starà per essere falciato dalla lama di un bandito, quando verrà salvato in maniera provvidenziale da Maze, un membro della Gilda degli Eroi.
Cresceremo proprio all’interno di questa Gilda, diventando anche noi un Eroe come il nostro mentore. A questo punto la narrativa del gioco si aprirà definitivamente, dando vita ad un RPG nel quale potremo dare libero sfogo alla nostra immaginazione e plasmare il personaggio a nostra immagine. Scopriremo che dietro all’attacco dei banditi al nostro villaggio si cela una verità molto più oscura, facendo leva sul più classico dei clichè fantasy.
È facile ridurre la trama di Fable ad una classica riformulazione del solito paradigma RPG, ma bisogna ricordarci che il titolo di Lionhead ha contribuito a crearlo questo paradigma e soprattutto a renderlo accessibile su console in un’epoca nel quale storie di questo respiro erano relegate ai mastodontici giochi di ruolo su PC. Le 15 ore circa che passeremo nel mondo di Albion verranno scandite dal sapore epico della storia dell’Eroe, che pur essendo tradizionalista e classica, non perde il forte impatto che può avere sul giocatore la prima volta.
Il gameplay ha retto?

La reattività del mondo di Fable è davvero sorprendente per un titolo di oltre vent’anni fa. Questa caratteristica rende il gioco assolutamente apprezzabile anche dal pubblico del 2025, perchè riesce ad introdurre una serie di sistemi unici, che nessun’altro è poi stato in grado di riproporre.
Il gameplay di Fable si distingue da quello di molti RPG moderni, che puntano tutto su una mole di contenuti immensa per tenere il giocatore impegnato e creare l’illusione dell’ampiezza del mondo di gioco. Il vero punto di forza di Fable è proprio la maniera in cui il nostro personaggio interagisce con le quest e le attività, i cui risultati andranno a riflettersi proprio sulle sembianze del protagonista.
Fable infatti rappresenterà fisicamente le nostre scelte durante il gioco. Salendo di livello e modellando la nostra build, assisteremo alla mutazione del personaggio, che può diventare più alto o più possente in base alle abilità nelle quali abbiamo scelto di specializzarci. Non solo, attraverso le nostre gesta influenzeremo anche come gli NPC considerano il nostro eroe e la sua fama. Questo potrà portare le genti a disprezzarci o ad adularci, a seconda di quello che rappresentiamo ai loro occhi.
La moralità si combina perfettamente a questo sistema, perchè potremo vedere impresso sul nostro corpo le scelte di come abbiamo deciso di interpretare l’Eroe e del modo in cui abbiamo affrontato il suo viaggio. A nostro parere questa è la parte migliore di Fable, che è interessante riscoprire a vent’anni di distanze
Fable crea un mondo di gioco estremamente interattivo a disposizione del giocatore. Non abbiamo un open-world nel senso moderno del termine, Fable offre quella che all’effettivo è una serie di ambienti interconnessi, che a loro volta creano la sensazione di trovarsi in un’epico modo fantasy. Il tutto è poi condito da una serie di quest e villaggi dove possiamo esprimere pienamente la nostra creatività.
La missione degli sviluppatori è quella di creare una simulazione il più possibile immersiva per il giocatore e questo emerge anche nel combattimento, che non lancia quasi mai una sfida di riflessi al giocatore, ma rappresenta un altro banco di prova per la sua build e il suo equipaggiamento.
Il mondo di gioco sarà disseminato di oggetti utili come armature, incantesimi, armi e pozioni e anch’essi il più delle volte potranno essere personalizzati confermando la vocazione del gioco. Fable invoglia ad esplorare ogni punto sulla mappa perchè la ricompensa è dietro l’angolo e non sempre prende la forma di un’arma o di un’upgrade. A volte si tratta di puzzle e interazioni attraverso i quali approfondire la conoscenza di questo magico mondo ed esprimere noi stessi modellando nel frattempo il nostro protagonista e il suo destino.
Vale la pena nel 2025?

Questa volta non possiamo che rispondere con un sonoro: Sì, Fable vale la pena di essere giocato nel 2025. Consigliarlo a giocatori che sono cresciuti con l’Xbox in salotto agli inizi del 2000 è semplice, ma la raccomandazione vale soprattutto per chi non l’ha provato.
Ci rendiamo conto che ad un primo sguardo può sembrare un RPG datato che ripropone la stessa ambientazione fantasy già vista mille volte, ma se questo nome è riuscito a riecheggiare per decenni e Xbox sta lavorando ad un reboot il motivo è che Fable è un gioco davvero speciale, che vi farà sentire davvero liberi di vivere alla vostra maniera nel mondo di Albion.
Avete mai giocato al primo Fable?
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