C’è stato un momento, per ognuno di noi, in cui ci siamo avvicinati per la prima volta ai videogiochi. Forse non ricordiamo con precisione quale titolo ci ha catturato o quale momento ha segnato l’inizio di questa passione, ma sappiamo che da allora qualcosa in noi è cambiato. Ognuno custodisce nel cuore un videogioco speciale, che ha acceso la scintilla e ci ha accompagnati alla scoperta di questo magico mondo.
Per molti della nostra generazione, quell’ingresso nel mondo videoludico è stato segnato dall’arrivo del Game Boy. La console portatile di Nintendo ha rappresentato un punto di svolta, un’icona che ha accompagnato la maturazione dell’intero medium. Ed è proprio questa sensazione che Fake Ducks: Spooky Chronicles riesce a catturare alla perfezione.
L’indie italiano, di cui avevamo già testato la demo, è sviluppato interamente da Mattia De Berardinis e ci presenta un’avventura pixellata fondatata sull’ amicizia e rievoca le sensazioni dell’adolescenza. Ci riporta ai tempi in cui, con la nostra comitiva, compivamo scorribande in giro per la città ed eravamo uniti da un legame che allora appareva indissolubile. Eravamo una famiglia pronta ad affrontare qualunque ostacolo ci si parasse davanti e avremmo fatto di tutto l’uno per l’altro.
Con l’aiuto di RPG Maker, Mattia De Berardinis scrive una lettera d’amore ai suoi amici e ci imbarca in un’avventura a tratti nostalgica e a tratti fantasy che ci fa capire dove può condurre la passione per i videogiochi.
Tutti per uno, uno per tutti

Fake Ducks si apre subito con Deb e la sua fidanzata che raggiungono il quartier generale della compagnia, la cosiddetta Fake House. I due scendono dall’auto e, dopo qualche battibecco, entrano nell’appartamento. Tutti i membri del gruppo arrivano alla spicciolata e ci accorgiamo di essere nel bel mezzo dei preparativi di una festa di compleanno a sorpresa.
Questa scena iniziale ci comunica immediatamente il calore familiare di un gruppo di amici che si conosce da una vita e ce lo trasmette con un linguaggio fatto di gesti e parole amichevoli, sottolineando il profondo rapporto fra loro. Nonostante il giocatore assista a tutto ciò da una prospettiva esterna e osservi gli eventi dall’alto, lo sviluppatore svolge un ottimo lavoro nel comunicare questo livello di convivialità e lo invita quasi a far parte del gruppo.
Dopo i festeggiamenti di rito la comitiva si dirige verso l’Escape Room, dove festeggeranno il compleanno con un’attività un po’ fuori dagli schemi. La sezione della Escape Room ci guiderà a muovere i primi passi nel mondo di Fake Ducks e ci presenterà i primi semplici puzzle. Di li a poco verremo introdotti al sistema di combattimento, che risulta essere molto più approfondito di quello che ci aspettavamo.
Dai primi brevi incontri riusciamo già ad intravederne la complessità, che ricalca i JRPG a turni di una volta. Veniamo trasportati in una schermata a parte, in cui fronteggeremo il nemico a colpi di attacchi che per ora sfruttano soltanto la nostra forza bruta.
Una volta raggiunta la fine della Escape Room veniamo accolti da una visione agghiacciante, il trio che si era offerto di liberare la strada è stato sorpreso da un demone che li ha attaccati di sorpresa, mettendoli in pericolo di vita.
Deb e i suoi, preoccupati dalla situazione, li porteranno in ospedale indecisi sul da farsi. Torniamo alla Fake House e ci accorgiamo che il vicinato, allarmato da strani rumori, ha chiamto la polizia. Sulla soglia dell’appartamento sentiamo le grida di Fefy, che si trova in grave pericolo. Apriamo trafelati la porta della Fake House e un poliziotto incredulo fissa uno strano vortice illuminato da un’accesa luce azzurra e ci spiega che il suo collega Gino è stato inghiottito da quella insolita presenza.
Deb, Fede e Mazza, animati da un moto di coraggio, decidono di tuffarsi nel vortice, prima di essere fermati da Don Vincenzo. Il parroco era un esorcista e conosce nel dettaglio i segreti del soprannaturale. Ci ammonisce intimandoci di non entrare ma, constatata la nostra determinazione, ci regala il Pendente Sacro. Questa reliquia donerà al trio nuova forza, risvegliando i poteri magici sopiti nelle loro anime.
A questo punto del gioco le noste possibilità si ampliano a dismisura. Entreremo in un vero e proprio dungeon da esplorare, popolato di nemici e di puzzle che metteranno alla prova il nostro ingegno. L’introduzione della magia dona ulteriore profondità al gameplay e soprattutto agli scontri con i nemici, per le quali dovremo escogitare diverse strategie a seconda del caso.
Non vogliamo spoilerarvi troppo la storia e quello che si nasconde oltre le prime fasi del gioco, quindi ora passiamo la parola direttamente allo sviluppatore.
Quattro chiacchiere con Mattia De Berardinis

Fake Ducks ci ha subito colpiti per la sua narrativa. Come in ogni buon RPG i personaggi sono molto importanti per veicolare la storia e ci sembra immediatamente di conoscerli, come fossero già nostri amici. Si ispirano a qualcuno in particolare?
Ovviamente i personaggi sono il cuore e l’anima di questo gioco, anche perché “Fake Ducks” non è altro che il nome che questi amici hanno dato al loro gruppo. Gruppo che esiste veramente! È infatti il mio gruppo di amici e ognuno dei personaggi è “ispirato” ad una persona realmente esistente!
Quindi è stato un po’ un cheat perché non ho dovuto inventarli da zero ma ho preso i miei amici e li ho trascinati dentro allo schermo e resi in pixel! Per il resto dialoghi, citazioni e comportamenti dei personaggi sono del tutto reali! Proprio come l’incipit della trama che, di fatti, è ispirata ad una serata che abbiamo avuto realmente all’escape room. Sta a voi credere se l’incontro col demone è avvenuto veramente o no.
Sei ovviamente un grande fan degli RPG del passato. Quali sono quelli che secondo te, anche inconsciamente, hanno plasmato il progetto?
Così su due piedi so solo rispondere “Pokémon”. Ho ovviamente giocato diversi RPG, tra i quali vari Final Fantasy, ma mentre creavo il gioco ho sempre voluto che lasciasse quella sensazione che i vecchi Pokémon hanno lasciato dentro di me, quindi quella voglia di rigiocarli più volte nonostante sappia come va a finire e provare comunque le emozioni della prima volta. Però c’è da dire che da amante sfegatato di platform come Crash Bandicoot, Rayman e Super Mario, ho voluto mettere, finché possibile, tanti ostacoli e anche combattimenti in stile platform nonostante si tratti di un RPG! Da qui anche la scelta della suddivisione del gioco in livelli.
E per quanto riguarda i progetti futuri? Cosa possiamo aspettarci?
Qui non ho proprio dubbi. Uno dei miei obiettivi sicuri sul quale ho basato grandissima parte delle mie scelte nella creazione di Fake Ducks è quello di voler creare una saga. Quindi più giochi collegati tra loro, la cuitrama si svolge nello stesso universo! E ogni gioco con un genere diverso o intrecciato ad altri!È solo un idea per ora sulla quale voglio basarmi. Ma ho già scritta la bozza del prossimo gioco, ovvero uno spin off, e sto pensando anche alla trama del sequel di Fake Ducks.
E voi lo avete già provato Fake Ducks: Spooky Chronicles? Se state cercando un buon vecchio RPG che tocchi in voi corde nostalgiche dovreste assolutamente dargli una possibilità.
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