Final Fantasy VII: Rebirth è stato senza dubbio uno dei momenti più alti dell’anno videoludico appena trascorso. La seconda parte della trilogia di remake del leggendario titolo Square Enix ha sfiorato il titolo di Game of the Year e ha catturato i fan della saga regalando nuova vita ad uno dei videogiochi che hanno fatto la storia del medium.
Final Fantasy VII: Rebirth si lascia alle spalle i cupi e opprimenti ambienti di Midgar e si apre su un meraviglioso open world che permette ai personaggi di dare libero sfogo alle proprie caratteristiche personalità. Sebbene a qualcuno la formula open world possa risultare indigesta, la qualità dei contenuti secondari non può certo essere messa in discussione. Le side quest, i minigiochi e la ricchezza di ambientazioni diverse da esplorare sono la linfa vitale di questo nuovo capitolo, che a nostro parere supera di gran lunga il primo Remake del 2020.

Non siamo solo noi a considerare Final Fantasy VII: Rebirth un videogioco superiore rispetto al suo predecessore. Il lancio su PC ha fatto registrare un enorme successo, che si è tradotto in numeri da record su Steam. Final Fantasy VII: Rebirth ha raggiunto in pochi giorni un picco di circa 37.000 giocatori attivi, più del doppio dei 14.000 registrati da Final Fantasy VII: Remake alla sua uscita su PC nel 2022.
Entrambi i titoli sono ottimi esempi di remake, che hanno voluto correre il rischio di inimicarsi una parte della fanbase per perseguire la propria visione artistica. Se siete appassionati di Final Fantasy non potete assolutamente perderveli.
Mentre attendiamo il capitolo finale del progetto Remake, siamo molto soddisfatti di osservare come la community di gamer che preferiscono utilizzare il PC mostri il suo grande apprezzamento per gli ultimi capolavori di Square Enix, che ora sarà ancora più motivata a svincolarsi dal modello delle esclusive.
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