Oxenfree può sembrare a prima vista un gioco banale, che poggia su pilastri narrativi già visti migliaia di volte e che di conseguenza è difficile ricombinare per metterli a servizio di una storia che vale la pena di essere raccontata.

Il debutto di Night School Studio si presenta con la più classica delle premessa da horror adolescenziale: un gruppo di amici si ritrova in un luogo abbandonato e qualche entità misteriosa da loro la caccia. Se però pensate che, sapendo come inizia sapete già anche dove probabilmente andrà a finire la storia vi sbagliate. Oxenfree ci sorprende con una storia dall’incredibile carico emotivo che pesa ancora di più dal momento che giunge in maniera così inaspettata.

Un gruppo di amici e un mistero da svelare

La protagonista Alex torna nella sua città dove si riunisce con i suoi vecchi amici per una rimpatriata . Quella sera conosce per la prima volta il suo fratellastro Jonas e riabbraccia i suoi amici Ren, Clarissa e Nona.

Il gruppo, dopo una serata sulla spiaggia in compagnia di qualche bicchiere di troppo, decide di andare ad esplorare le caverne vicine, dove secondo le leggende si cela una presenza misteriosa che può palesarsi se esposta alla giusta frequenza radio. Fin qui nulla di strano e, diciamocelo, nulla di originale.

È proprio a questo punto che la storia di Oxenfree inizia a prendere quota. Tutto inizia quando Alex cerca di mettere alla prova le voci con la sua radiolina portatile che, una volta che il giocatore trova la giusta frequenza, porta la protagonista ad assistere ad uno strano fenomeno di luci e suoni che la porta in una dimensione differente della realtà.

A questo punto è chiaro che Alex ha manipolato in qualche modo i piani della realtà e dovrà utilizzare la sua radio per cercare di trovare una via d’uscita senza perdere se stessa e la sua sanità mentale. In tutto ciò interagirà con i suoi amici che però spesso non sono quello che all’apparenza possono sembrare.

Il gioco spesso disattende le aspettative del giocatore e lo porta a dubitare di se stesso, immedesimandolo ancora di più nei panni di Alex.

Gameplay a risposta multipla

Il gameplay di questo gioco è estremamente semplice ma non servono sistemi di gioco complessi per godersi al massimo un titolo come questo. Alex può interagire con il mondo di gioco in maniera piuttosto limitata ma quello che può fare, oltre ad utilizzare la sua fidata radiolina, è scegliere come rispondere in base alle situazioni che le vengono sottoposte.

La trama di Oxenfree infatti varia sensibilmente in base a cosa selezioniamo durante i dialoghi. Ci sono tre opzioni fra le quali possiamo scegliere ma soprattutto possiamo decidere di non dire niente, una possibilità che spesso i titoli di questo genere non danno. Ognuno di noi avrà così un’esperienza diversa giocando ad Oxenfree e si confronterà con un finale cucito su misura.

I temi che però il videogioco vuole trattare, come il lutto, il concetto dell’amicizia e le dinamiche interpersonali che variano profondamente se sottoposte ad una situazione di crisi, permeano tutta l’avventura a prescindere dalle nostre scelte.

Il rapporto del giocatore con il personaggio di Alex è un altro legame che viene messo alla prova perchè spesso non sapremo se fidarci di lei o di noi stessi, creando una situazione in cui veniamo sempre tenuti sulle spine.

Il cast di personaggi è composto da figure ben caratterizzate che sono soprattutto funzionali all’evoluzione di Alex. Jonas, Ren, Clarissa e Nona spesso interagiscono con noi e questo ci darà l’opportunità di decidere che tipo di rapporto coltivare con loro. Sebbene Alex conosca i suoi amici da tempo, il giocatore è appena entrato in contatto con loro e la maniera in cui decidiamo di trattarli è un modo di mettere alla prova il nostro carattere.

Completa questo quadro uno stile artistico davvero azzeccato, fatto di colori pastello e interrotto da elementi al neon che danno un’identità specifica ad Oxenfree. Lo stile 2.5D è perfetto per un gioco del genere che vuole illustrare una scena stilizzata sullo schermo per farla vivere nella mente del giocatore.

Oxenfree può essere giocato come una semplice avventura grafica a tinte horror ma se gli darete l’opportunità di comunicare direttamente con voi scoprirete un videogioco che vi pone delle domande importanti e vi costringe a guardare dentro voi stessi.

Il trauma di Alex alla fine del gioco diventa anche il nostro e trattenere la lacrima sarà l’ultima sfida che ci verrà posta.

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RECENSIONE
  • VOTO
4

Più inquietante di quanto sembri

Oxenfree ci cala in una situazione amichevole e spensierata per poi sorprenderci con una trama piena di colpi di scena e momenti al limite dell’horror. Il terrore di Alex è anche il nostro in questo dramma psicologico che affronta temi importanti come il lutto e la crescita. Il gameplay a risposta multipla si abbina sorprendentemente bene ad un gioco come questo