Lo scorso 8 giugno è andato in onda l’Xbox Showcase, il consueto evento estivo in cui la casa di Redmond ha presentato al pubblico i suoi prossimi titoli e tutti i contenuti che arriveranno nei mesi successivi sulla piattaforma.

Xbox ha rivelato diverse novità, come l’arrivo della tanto chiacchierata console portatile in collaborazione con ROG e alcuni giochi molto attesi del calibro di Clockwork Revolution e il remake di Persona 4. La sezione finale dello showcase però è stata interamente dedicata a The Outer Worlds 2, un trattamento che in passato è stato riservato alle punte di diamante di Xbox come Starfield nel 2023 e Call of Duty: Black Ops 6 nel 2024.

Il Direct ha illustrato tantissimi dettagli del nuovo sequel di Obsidian, che a nostro parere potrebbe rivelarsi la vera sorpresa di Xbox per il 2025. Il primo The Outer Worlds, uscito nel 2019, è stato un RPG estremamente polarizzante per il pubblico affezionato a questo tipo di genere e negli anni è stato purtroppo accantonato e dimenticato dalla maggior parte dei videogiocatori.

Oggi vogliamo riesaminare i meriti e le mancanze di The Outer Worlds e spiegare perchè, secondo noi, merita di essere rivalutato in vista del sequel.

New Vegas nello spazio

The Outer Worlds - Edgewater

Se The Outer Worlds può essere considerato deludente da molti fan di Obsidian, il motivo è da ricercare probababilmente nella illustre storia dello studio. I creatori di Fallout: New Vegas hanno voluto specificare durante la fase di marketing che The Outer Worlds sarebbe stato molto simile alla loro versione di Fallout.

Tim Cain e Lonard Boyarsky, i due creatori originali della saga postapocalittica, si sarebbero uniti al team e avrebbero creato un titolo attraente per tutti i fan demoralizzati dalla svolta multiplayer di Fallout 76. Quando però The Outer World è finalmente arrivato nelle mani dei fan nell’ottobre 2019, i giocatori sono stati accolti da un’esperienza molto più contenuta e superficiale di quella che lo studio aveva creato con Fallout: New Vegas.

The Outer Worlds resta un RPG di altissimo valore e siamo qui per dimostrarvelo, ma chiunque si aspettasse New Vegas nello spazio sarebbe rimasto inevitabilmente deluso.

Obsidian si è riconfermata dal punto di vista narrativo, confezionando un mondo di gioco estremamente interessante da esplorare e pieno di personaggi unici con cui interagire, ma il budget evidentemente contenuto dell’opera non ha permesso un vero e proprio confronto ad armi pari con i blockbuster di casa Bethesda.

Benvenuti ad Halcyon

Il mondo di The Outer Worlds viene presentato immediatamente come un distopico incubo tardo-capitalista, nel quale le corporazioni hanno preso il totale sopravvento e hanno colonizzato la galassia di Halcyon riducendola alle complete dipendenze del Consiglio.

Il nostro personaggio verrà svegliato dal suo sonno criogenico per mano dello scienziato Phineas Welles, ricercato in tutta la galassia per i suoi piani sovversivi contro il Consiglio. Il nostro ruolo sarà quello di agire come braccio armato di Welles per destabilizzare il Consiglio e allentare la sua stretta morsa sulla galassia, ma dal momento in cui verremo liberati avremo la possibilità di prendere il controllo del nostro destino e plasmare gli equilibri di Halcyon con le nostre azioni.

Ci accorgeremo che l’universo in cui ci siamo risvegliati è pieno di contraddizioni, popolato da fazioni in lotta fra di loro e ci renderemo conto di quanto il controllo del Consiglio sia capillare sull’intera colonia. Starà a noi però decidere con chi schierarci e in quale direzione influenzare i tanti conflitti grandi e piccoli scoppiati in tutti i pianeti che compongono Halcyon.

Fin dal brusco atterraggio a Edgewater verremo accolti dall’atmosfera surreale che le corporazioni hanno creato in questa galassia, dove ogni cosa è in vendita, anche la dignità umana. Si pagano le tasse anche dopo la morte e gli abitanti sono considerati merci di proprietà della compagnia per la quale lavorano

Obsidian fa un ottimo lavoro di world-building, che è da sempre una specialità della casa. Riesce a rendere credibile un mondo di gioco attraversato da una grande ed evidente crisi, pur mantenendo un tono satirico e scanzonato nei confronti dell’ideologia capitalista arrivata alla sua logica degenerazione. Non è possibile non notare le critiche alla società attuale, che pure vengono sempre contastualizzate nel mondo di gioco e non si ha mai la sensazione di assistere ad un racconto propagandistico anti-capitalista.

Fare satira non è mai semplice, perchè c’è sempre il rischio è di sembrare caricaturali o eccessivamente ideologici negli intenti. The Outer Worlds però secondo noi riesce perfettamente a veicolare il suo messaggio sociale, senza mai perdere di vista il fatto che è il giocatore ad essere sempre il protagonista.

The Outer Worlds non è un open-world, ma è suddiviso in grandi aree separate fra loro, ognuna caratterizzata da un conflitto sul punto di scoppiare, che dovremo risolvere a seconda della bussola morale del nostro protagonista per proseguire nella trama e plasmare il futuro della galassia. Questo stile di design gioca a favore di Obsidian, perchè il giocatore non si troverà mai nella fastidiosa situazione di dover ripercorrere i suoi passi per seguire una quest o per parlare con un NPC dalla parte opposta della mappa.

Per quanto gli open-world abbiano un proprio fascino quando sono costruiti in maniera oculata, The Outer World prova a svincolarsi da questo paradigma offrendo una serie di ambientazioni completamente diverse e più limitate in termini di spazio. Questo permette agli sviluppatori di farcire ogni area con una grande quantità di quest, personaggi, oggetti da scovare e segreti da scoprire e tutto ciò si dimostra fondamentale per regalare al titolo quella necessaria imprevedibilità che ben si sposa con il tono narrativo.

Gameplay e dialoghi

L’anima RPG di The Outer Worlds è subito evidente dalla schermata di creazione del personaggio. Subito dopo aver modellato le fattezze del nostro protagonista, veniamo accolti da un’elenco piuttosto comprensivo di skill da selezionare per modellare la nostra build. Si va dalle abilità dedicate al combattimento a quelle che invece si concentrano sulla personalità e sui dialoghi, che Obsidian decide di mettere in primo piano come da tradizione.

Le decisioni iniziali verranno persino commentate dalla voce fuori campo di Phineas, che in base alle nostre scelte offrirà una delle sue frasi sarcastiche proprio come fece Doc Mitchell in Fallout New Vegas. The Outer Worlds però è un RPG molto più semplice e lineare rispetto ai precedenti lavori dello studio e questa scelta di design viene implementata già nell’implementazione delle skill. Le diverse abilità infatti verranno riunite in gruppi di tre, che rappresentano le varie specializzazioni del personaggio come ‘Combattimento corpo a corpo’ o ‘Abilità Tecniche’. Nelle prime ore del gioco ci verrà chiesto di spendere i nostri punti abilità sull’intero gruppo, aumentando così tre skill alla volta e solo dopo aver raggiunto il valore di 50 su 100 in una di queste dovremo capire in che direzione specializzarci.

Il gruppo denominato ‘Dialogo’, ad esempio, governerà le abilità Persuasione, Menzogna e Intimidazione. Inizialmente i punti spesi aumenteranno tutte e tre le abilità e quando una di queste raggiungerà il valore di 50 il giocatore dovrà decidere di specializzarsi e sarà necessario allocare i nostri punti soltanto su una di esse alla volta.

SI tratta di un sistema pensato per accogliere anche chi non è abituato all’impalcatura classica degli RPG, offrendo così ai giocatori la possibilità di sperimentare varie strategie prima di imboccare una strada specifica con la propria build.

Ma come gestisce The Outer Worlds il suo gameplay? Anche in questo caso il titolo di Obsidian viene influenzato molto dallo stile proposto da Bethesda nei suoi Fallout.

Ci troveremo ad esplorare un semi open-world arricchito da tantissime quest secondarie, da affrontare in maniera aggressiva o pacifica e durante l’avventura avremo modo di interagire con un sistema di combattimento che ricorda molto quello di uno sparatutto in prima persona. Non aspettavi la precisione di Call of Duty o di altri FPS puri e semplici, i veri punti di forza di The Outer Worlds sono ben altri, tuttavia il sistema di combattimento è preciso e divertente perchè viene arricchito da armi speciali chiamate Science Weapons in grado di infliggere effetti unici al nemico.

Abbiamo un lanciagranate che toglie il campo gravitazionale attorno al bersaglio e lo fa fluttuare in aria e possiamo anche mettere le mani su un fucile in grado di rimpicciolire il nemico e renderlo innocuo. Un’altro elemento del combattimento preso in prestito da Fallout è il TTD (Tactical Time Dilation, che prende il posto dello S.P.A.V. e permette di rallentare il tempo e colpire con più precisione gli avversari.

La sinergia di tutte queste parti in gioco crea un gameplay estremamente soddisfacente, che ci lascia liberi di essere chi vogliamo e, soprattutto, di sterminare ogni abitante di Halcyon. Sebbene la narrativa principale non offre l’epica avvventura che ha caratterizzato i lavori di Obsidian in passato, è evidente che The Outer Worlds sia stato un titolo sperimentale per lo studio. Gli sviluppatori hanno mostrato ai giocatori il potenziale di questo mondo di gioco, nel quale è un piacere perdersi ed esplorarlo in ogni suo angolo alla ricerca di bizzarre missioni secondarie e segreti nascosti fra la propaganda capitalista che infetta la galassia.

Con The Outer Worlds 2 lo studio ha l’opportunità di realizzare il pieno potenziale della saga, creando un mondo di gioco più avvincente e dettagliato e raccontando una storia più approfondita, senza le costrizioni di budget che hanno palesemente limitato il primo capitolo. A nostro parere The Outer Worlds 2 potrebbe sorprendere tantissimi giocatori, che si sono dimenticati di quanto sia stato divertente esplorare il mondo di Halcyon e seminare il caos per tutta la galassia.

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