Oggi facciamo un tuffo nel passato e analizziamo una pietra miliare della storia dei videogiochi. Tomb Raider è stato un titolo simbolo degli anni ’90, epoca durante la quale i videogiochi si stavano affermando fra il pubblico di massa e l’industria era alla ricerca della propria identità.

L’avventura di Lara Croft, fra enigmi intricati e combattimenti acrobatici, ha aperto la strada al videogioco di avventura moderno, consacrando una protagonista destinata a diventare leggenda.

Riscopriamo Tomb Raider, il classico PlayStation che ha conquistato il mondo intero.

Lara Croft, una vera icona del gaming

Il 1996 è stato un anno d’oro per il mondo dei videogiochi, una delle annate più prolifiche e importanti di sempre. In soli dodici mesi hanno debuttato alcuni dei titoli più iconici di tutti i tempi: Super Mario 64, Crash Bandicoot, Resident Evil e Pokèmon Blu/Rosso. Questi capolavori hanno conquistato milioni di fan e hanno plasmato il settore del gaming per i decenni a venire. Nello stesso anno Tomb Raider sbarca su PlayStation, con un’avventura che avrebbe cambiato per sempre il modo di vivere i videogiochi.

Tomb Raider è stata una pietra miliare che ha ridefinito il genere dei videogiochi d’avventura, diventando un’opera iconica dell’industria videoludica. L’immenso successo del gioco è da ricondurre anche alla figura di Lara Croft, l’archeologa temeraria che ha conquistato l’immaginario collettivo grazie al suo carisma e alla sua determinazione. La figura appariscente di Lara ha contribuito a sedimentare il successo della saga, che nel corso degli anni ha dato vita a reboot, remake, serie tv e adattamenti cinematografici nei quali ad interpretare la protagonista era Angelina Jolie.

Lara Croft era diventata un’icona del gaming in tutto il mondo ma per comprendere la sua grande influenza mediatica bisogna capire dove tutto ha avuto inizio.

Esplorazione ad alta tensione

Il viaggio di Lara comincia con un incarico ricevuto dalla Natla Technologies, una misteriosa organizzazione che vuole servirsi delle abilità della protagonista per recuperare una misteriosa reliquia denominata ‘Scion di Atlantide’, nascosta in una tomba in Perù. Lara Croft accetterà e inizierà la sua avventura nella paese tropicale.

Qui il gioco inizierà ad introdurre i primi elementi di gameplay, composto perlopiù da sezioni di esplorazione intervallati da puzzle che sbloccheranno le aree successive. L’utilizzo di questi enigmi ambientali oggi viene dato per scontato in un genere come quello del videogioco di avventura ma è stato con Tomb Raider che gli sviluppatori hanno ideato e perfezionato questa formula.

In Tomb Raider l’esplorazione non è guidata e il giocatore viene lasciato libero di studiare il level design per risolvere l’enigma e proseguire con la missione.

Il mito di Lara Croft però nasce anche dalla sua personalità esplosiva, che affronta a viso aperto tutti gli ostacoli che si frappongono fra lei e il suo obiettivo. Durante l’esplorazione infatti assisteremo alla protagonista eseguire incredibili acrobazie che contribuiscono a comunicare al giocatore il suo carattere spavaldo. Vedere Lara eseguire una verticale perfetta sulle mani dopo aver evitato una trappola per questione di millimetri ci teneva incollati allo schermo della nostra televisione mentre, con espressione sbalordita, impugnavamo il controller.

I migliori momenti di Tomb Raider però sono senza dubbio quelli in cui abbiamo la possibilità di combattere con le minacce che si nascondono nei misteriosi siti archeologici che la protagonista esplora nel corso della sua avventura. Il sistema di combattimento proposto è molto semplice se paragonato agli standard moderni, perchè Lara può fare affidamento soltanto sul suo coraggio e una selezione molto limitata di armi.

L’ingrediente segreto però in questo caso è lo spettacolo. Vedere Lara estrarre le due pistole dai suoi fianchi e sparare contro una coppia di bestie feroci mentre tenta di evitare i loro attacchi con una serie di piroette, regala al titolo l’alto tasso di adrenalina che lo contraddistingue. Il primo capitolo della saga racchiude alcuni momenti iconici, come lo scontro con il T-Rex, che resteranno impressi a fuoco nella memoria di chi l’ha giocato in tenera età e non ha potuto fare a meno di innamorarsi dell’intraprendente avventuriera.

La narrativa di Tomb Raider è volutamente superficiale, ricca di clichè come artefatti mistici, tradimenti e battaglie contro antiche entità misteriose. Questo perchè gli sviluppatori utilizzano questa cornice per esaltare la vera star del gioco, ovvero il gameplay. Non sempre c’è bisogno di raccontare una storia che presenti al giocatore scelte o dilemmi morali, a volte basta un pretesto per catturare l’attenzione e Tomb Raider ne è l’esempio perfetto.

La nuova frontiera di PlayStation

Tomb Raider ha avuto il merito di utilizzare al massimo le possibilità della nuova console di casa Sony, con un’avventura innovativa anche dal punto di vista tecnico, che abbracciava totalmente la rivoluzione del 3D.

Il mondo di gioco di Tomb Raider, composto di rovine sotterranee da esplorare e paesaggi scenografici, veniva riprodotto con un realismo grafico impressionante per l’epoca.

Si abbandonavano gli sfondi statici che avevano caratterizzato titoli come Resident Evil e si abbracciava la potenza di PlayStation, riuscendo a ricreare ambienti dinamici e interattivi. Questa filosofia di design serviva anche per immergere ancora di più il giocatore, che non avrebbe dovuto fare affidamento sulla tipica telecamera fissa, ma avrebbe potuto aggiustare la visuale a proprio piacimento e apprezzare tuutte le ambientazioni proposte dal gioco.

Gli sviluppatori inoltre hanno dimostrato un impressionante cura dei dettagli anche nel ricreare il modello di Lara Croft. Mentre la protagonista si contorce e combatte, la vediamo cambiare espressione, dignrignare i denti e affaticarsi a seconda delle azioni di lei compiute.

Il realismo grafico ha contribuito allo spettacolo offerto da Tomb Raider, che invitava i giocatori ad immergersi nei panni della sua protagonisti e a investigare liberamente i meravigliosi livelli del gioco, evitando le trappole e affrontando le minacce.

Tomb Raider è stato un titolo pioniere di molti pilastri del design videoludico che oggi diamo per scontati e che hanno contribuito a modellare il genere del videogioco d’avventura per gli anni a venire. L’enorme impatto culturale di Lara Corft ha permesso ai videogiochi di entrare decisi nella cultura popolare, grazie ad un’ icona che non verrà mai dimenticata.

Lara Corft, insieme a PlayStation, ha guidato il gaming nel nuovo Millennio e ha dimostrato quanto lontano questo nuovo medium potesse arrivare.

Lo avete giocato il primo Tomb Raider?

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RECENSIONE
  • VOTO
4.5

Una vera icona del gaming

Il primo Tomb Raider ha rivoluzionato il mondo del gaming, servendosi di una protagonista che è entrata prepotentemente nella cultura popolare grazie alla sua personalità coraggiosa e alla figura appariscente che ha stregato i videogiocatori.

Con Tomb Raider i videogiochi sono finalmente esplosi e hanno fatto capire al mondo quanto fosse impressionante la potenza di questo medium.