I boss sono una colonna portante del mondo dei videogiochi. Le sfide che gli sviluppatori lanciano al giocatore prendono la forma di creature mitologiche, mostri e demoni orribili o semplicemente acerrimi rivali del nostro personaggio. Queste ci permettono di superare i nostri limiti, dando fondo alle nostre capacità e alla nostra pazienza, per trionfare contro il gioco e provare a noi stessi il nostro valore.

Se pensiamo ai boss, i primi titoli a venirci in mente saranno sicuramente quelli di FromSoftware. Lo studio di Hidetaka Miyazaki si è costruito una reputaizione attorno alla difficoltà dei propri giochi e allo spettacolo creato dalle boss-fight che separano il giocatore dalla vittoria. Malenia, Lady Maria, Orenstin e Smough, ne potremo citare a decine. Tuttavia qui non vogliamo occuparci dei boss più difficili e nemmeno dei più famosi.

Vogliamo invece esplorare gli angoli della vostra memoria e ricordarvi quali sono i boss più difficili che vi siete scordati di aver affrontato.

Icona del Peccato – Doom Eternal

id Software è riuscita a restituire a Doom ad un ruolo da protagonista nel panorama videoludico moderno e lo ha fatto con un reboot davvero spettacolare, seguito poi dal vero coronamento di questa nuova saga che continuerà con Doom: The Dark Ages.

Doom Eternal, il secondo capitolo uscito nel 2020, si conclude con lo scontro che frappone il protagonista e l’Icona del Peccato. Si tratta di un boss finale ispirato a quello di Doom 2, ma che il titolo del 1994 aveva gestito in maniera piuttosto deludente. L’Icona del Peccato originale infatti si limitava ad essere un muso scheletrico di un demone dipinto su una parete, che lanciava piccole scatole dalle quali emergevano mostri da sconfiggere.

Con Doom Eternal invece la qualità della boss-fight aumenta sensibilmente, perchè l’Icona del Peccato assume sembianze gigantesche e spaventose quanto il suo nome e da vita ad una delle battaglie più intense del gioco. I suoi movimenti veloci e aggressivi ci fanno sentire sempre in pericolo, perchè oltre a battere le sue orrende zampe sull’arena evocherà palle di fuoco dal cielo e altri mostri a popolare il teatro della lotta.

Il combattimento è esplosivo e caotico, ma quando riuscimo finalmente a sconfiggerlo, la soddisfazione sarà pari soltanto alla fatica fatta per arrivare fino a quel momento.

Omega Pirate – Metroid Prime

Anche questo è un nemico di un grande classico, che viene riproposto nella versione Remastered, questa volta in maniera assolutamente fedele all’originale. L’Omega Pirate è uno dei boss più tosti del titolo Nintendo e si trova alla fine di una delle aree più difficili da superare, ovvero le Miniere di Phazon.

Come premio per la nostra tenacia e resistenza, il gioco ci ricompensa con una boss-fight tanto spettacolare quanto ostica, perchè il nemico ci affronta con una serie di mosse potentissime e difficili da schivare. Servirà anche una buona dose di strategia, perchè l’Omega Pirate sarà in grado di assorbire e deviare alcuni attacchi del nostro arsenale.

L’obiettivo è quello di distruggere la sua armatura, per aprire una breve finestra di tempo durante la quale potremo attaccarlo e effetivamente infliggere danni. A questo punto però il boss evocherà altri nemici minori, che interferiranno e ci costringeranno a scegliere se concentrarci su di loro o attaccare l’Omega Pirate.

Il tempo per danneggiare la salute del boss però è limitato e, una volta che la sua armatura si è rigenerata, dovremo ricominciare il ciclo e distruggerla di nuovo per avere un’altra finestra d’attacco. Ne risulta una battaglia di attrito frustrante e lunghissima.

Sceriffo Carolina Colubrina – Cuphead

Che Cuphead sia difficilissimo non è certo una novità. Il noto platform run ‘n’ gun del 2017 è ricordato soprattutto per le sue animazioni e grafiche anni ’30 e la sua indescrivibile difficoltà derivante dal fatto che il gameplay si basa totalmente sul ritmo e la prontezza dei riflessi del giocatore nell’evitare le minaccie che invadono lo schermo.

I boss di Cuphead sono una collezione di opere d’arte, sia a livello artistico che di gamplay, perchè rappresentano la sublimazione di questo stile di design estremamente restrittivo meccanicamente ma al contempo creativo e coloroato.

Uno dei boss spesso sottovalutato è lo Sceriffo Carolina Colubrina, una mucca del Far West che ci lancerà contro qualsiasi tipo di ostacolo per disarcionarci dal nostro piccolo areoplanino dal quale tentiamo di spararle. Si perchè questo sarà uno stage nel quale dovremo volare a bordo dell’aereo, per rendere il tutto ancora più caotico e difficile.

Come se non bastasse, la boss-fight si scompone in addirittura tre fasi, ognuna delle quali presenta un livello di difficoltà crescente che ci terrà costantemente sulle spine. Sebbene non sia nè il boss più difficile nè quello più graficamente impressionante, a nostro parere Carolina Colubrina dovrebbe essere rivalutata.

Ixillis V e Ixillis VI – Remnant: From The Ashes

Il “soulslike con armi da fuoco” di Gunfire Games è un titolo che ci ha piacevolmente sorpresi quando è uscito nel 2019. Abbiamo affrontato l’intera campagna in cooperativa, destreggiandoci fra le diverse aree e potenziando i nostri personaggi in questo strano mondo postapocalittico.

I boss del gioco non sono tutti ben riusciti e con il sequel lo studio è riuscito sicuramente a perfezionare il suo stile di design. Alcuni scontri però sono rimasti impressi a fuoco nella nostra memoria e uno di questi è quello che ci contrappone a Ixillis V e Ixillis VI.

Le due gigantesche falene appaiono ai lati opposti di un ponte sospeso nel vuoto, nel quale naturalmente è facile cadere se si mette un piede in fallo. Inizialmente si può gestire la situazione tentando di affrontarne una per volta, ma nell’ultima fase della battaglia le due si avvicineranno ai lati del ponte e invaderanno i pochi metri calpestabili con una serie frenetica di attacchi. Laser, proiettili e urla che destabilizzano il nostro personaggio rendono questa boss-fight una delle più difficili del gioco, alla quale abbiamo dedicato diverse sessioni per uscire finalmente vittoriosi.

Se avete giocato a Remnant sapete benissimo di cosa stiamo parlando e ci scusiamo in anticipo per il ricordo traumatico che abbiamo risvegliato in voi.

Il Master – Fallout 1

Master boss Fallout 1

Fallout è una saga che ci sta particolarmente a cuore, perchè è stato il primo vero titolo che ha accompagnato chi vi scrive nell’età adulta. La riproduzione dell’America postapocalittica creata da Interplay prima e Bethesda poi è un mondo pieno di conflitti e contraddizioni, che nonostante sia dominato da mostruose creature figlie delle radiazioni, conserva la sua componente umana, vero cuore pulsante della saga.

Il titolo che ha dato il via a questa leggendaria serie di videogiochi nel 1997 proponeva una versione molto più cupa e terribile di quella rimasta impressa nell’immaginario collettivo grazie all’intervento di Todd Howard e ci abbandonava nella landa desolata che corrisponde alla moderna California. Dopo un’epopea che ci porta ad attraversare una Zona Contaminata piena di fazioni in contrapposizione, scopriamo il vero responsabile dietro alla piaga dei Supermutanti: Il Master.

Questo orrido agglomerato di tessuti organici e macchine vuole dare il via ad una nuova specie che prenderà il posto della razza umana, ormai giunta al capolinea, e lo scontro finale non si combatte in un’arena caotica e scenografica ma si fonda sull’utilizzo dell’arma più potente e letale di tutti: la parola.

La difficoltà qui starà nel convincere il Master dell’invalidità del suo piano e il completo fallimento della sua stirpe, che lo porterà a riconsiderare le sue certezze e porre fine fra i rimpianti alla sua vita.

Quale boss secondo voi è troppo sottovalutato?

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