Mi è stato inviato uno strano meme qualche giorno fa, che recitava “Ogni volta che si nomina Vampire: The Masquerade – Bloodline, qualcuno nel mondo lo sta scaricando”. Questa frase mi ha riportato alla memoria un altra epoca della mia vita, durante la quale per giocare dovevo chiedere il permesso di entrare nella stanza dei miei genitori e accendere il loro polveroso PC bianco taxi che partiva emettendo quel lamento caratteristico delle macchine di fine anni ’90.

Era un periodo spensierato, in cui mi affacciavo per la prima volta al mondo dell’intrattenimento con occhi pieni di meraviglia e una voglia matta di scoprire tutto ciò che quella scatola magica poteva nascondere.

Vampire: The Masquerade – Bloodlines è un titolo che incapsula perfettamente quell’era della storia dei videogiochi e non è un caso se è diventato un classico di culto che ha riuniuto un gruppo fedele di appassionati all’indimenticabile RPG.

Oggi compiamo un viaggio nel tempo per cercare di rispondere alla domanda: ” Vampire: The Masquerade – Bloodlines è davvero così speciale?”

Chi saresti se fossi un vampiro?

Vampire: The Masquerade – Bloodline è un gioco di ruolo con una premessa molto particolare. Vestiamo i panni di un vampiro intento a sopravvivere nella giungla urbana di una Los Angeles notturna, avvolta in un’atmosfera oscura e popolata da personaggi unici e memorabili.

Si ispira all’omonimo gioco da tavolo, noto per proporre un’esperienza, non tanto legata alla profondità del sistema di combattimento, ma all’affascinante atmosfera del mondo di gioco. Ai dungeon si sostituisce la vita notturna della città e le sfide si basano più sulle capacità verbali dei giocatori che sul confronto fra numeri e statistiche.

Il videogioco uscito nel 2004 è stato il canto del cigno per Troika Games, uno studio di sviluppo acclamato per la sua libreria di RPG memorabili ma pieni di difetti tecnici. Vampire: The Masquerade -Bloodline non fa eccezione. Al lancio, il titolo è stato massacrato dalla critica per il suo precaria stabilità ma negli anni la community ha contribuito a restaurare il gioco per renderlo fruibile ai posteri.

La Unofficial Patch è diventata ormai un’aggiunta necessaria per godere pienamente dell’esperienza, tanto che la versione disponibile su GOG l’ha integrata direttamente nei file del gioco.

L’elemento più importante della creazone del personaggio è la scelta del clan di appartenenza. I sette clan del mondo di Vampire: The Masquerade: Bloodlines non solo delle semplici ‘classi’ che determinano le nostre inclinazioni ma sono delle vere e proprie fazioni. L’universo vampiresco è scisso in sfere di influenza alla base di conflitti secolari e in base al clan di cui sceglieremo di fare parte, il mondo di gioco regirà diversamente alla nostra presenza e verrà filtrato in base alla nostra apparenza, anch’essa predeterminata dal clan di nascita.

Questa decisione fondamentale in sede di creazione del personaggio influenzerà profondamente il resto dell’avventura. I personaggi si rivolgeranno a noi in maniera totalmente diversa a seconda del clan di cui facciamo parte e questo genera un fattore di rigiocabilità molto più elevato rispetto ad altri RPG contemporanei.

La società dei vampiri sottostà alle leggi della Masquerade, che governa i comportamenti di tutti gli esemplari e protegge la categoria da eventuali rapporti apertamente conflittuali con gli umani. È un sistema organizzato a cui tutti i vampiri obbediscono e infrangerlo comporta conseguenze radicali.

Non sono l’eletto

Vampire: The Masquerade – Bloodline si apre con la nostra trasformazione in vampiro. Veniamo sedotti durante una notte di eccessi e il nostro partner sferrerà il morso che cambierà per sempre la nostra vita. Al risveglio verremo condotti dinnanzi ai leader della Masquerade, che condannerà a morte il nostro compagno e ci obbligherà a lavorare per Sebastian Lacroix detto Il Principe, il boss dei vampiri

Cominciamo la nostra vita da vampiro nelle veste di tirapiedi di un uomo molto più importante di noi, una situazione surreale che confonderà ancora di più la mente del protagonista, insicuro del significato della sua nuova condizione e costretto ad assumere uno stile di vita completamente diverso.

Scopriremo che la società segreta dei vampiri è attraversata da divisioni profonde fra clan, che si contendono il predominio. La famiglia Camarilla, capitanata da La Croix, è a capo della Masquerade ma la sua utorità è messa in discussione dalla famiglia Kuei Jin e dall’associazione Anarch Movement. Il pomo della discordia è rappresentato dalla scoperta di un sarcofago, che si crede custodisca un vampiro dal potere sconosciuto e profetizza la Ghehenna: la fine dei vampiri.

Molti RPG collocano il giocatore in una posizione di intrinseco potere. Interpretiamo una sorta di eletto che decide in favore di chi schierarsi per risolvere il conflitto in favore della fazione selezionata. In Vampire: The Masquerade – Bloodline invece non sei nessuno. Ti trovi in fondo alla gerarchia e dovrai adattarti per sopravvivere a questo mondo. Ciò favorisce una storia lineare che ci fa vestire i panni di una pedina nell’ambito di un conflitto molto più grande di noi.

Questo rigetto di un paradigma così importante per il genere RPG può essere considerato una debolezza ma è qui che entra in gioco la qualità del design delle quest e la possibilità garantita dagli sviluppatori di affrontarle nei modi più creativi. In base al nostro clan e alle nostre abilità potremo piegare diverse situazioni ai nostri scopi, cercando stratagemmi creativi per arrivare al nostro obiettivo.

Non esistono minimappe o quest marker, quindi le quest si sviluppano in base alle abilità del protagonista, che avrà a disposizione decine di metodi validi per affrontare ogni missione. Questa filosofia di design è molto difficile da applicare con consistenza perchè è davvero arduo rendere valido ogni possibile stile di gioco abbracciato dal giocatore. Molti RPG moderni hanno abbandonato questa filosofia in favore di quest più dirette, che tutti i tipi di protagonista potrebbero potenzialmente risolvere.

Progettare in questa maniera le quest è una sfida che richiede un impegno immenso da parte degli sviluppatori ed è qui che Vampire: The Masquerade – Bloodlines nasconde il suo principale punto di forza.

L’altro protagonista della storia è senza dubbio il mondo di gioco. La Los Angeles di Vampire: The Masquerade – Bloodlines viene dipinta come una città oscura e squallida, con una moltitudine di dettagli che ne ricordano lo stato precario. All’ospedale possiamo imbatterci in un’operazione clandestina di prelievi di sangue e nelle camere di alcuni hotel ci accorgeremo che le telecamere stanno riprendendo le attività delgi ospiti.

Gli NPC memorabili sono un’altro elemento distintivo del gioco, che si assicura di sviluppare con attenzione le interazioni, anche quelle secondarie, le quali valgono la pena di essere vissute con i nostri occhi. C’è questo sottotono sottotono umoristico che permette al giocatore di provare compassione per gli abitanti di questo mondo oppure sfruttarli e prendersi gioco di loro.

L’anello debole di Vampire: The Masquerade – Bloodlines è senza dubbio il sistema di combattimento e la sua implementazione. I movimenti limitati e legnosi del protagonista fanno da contraltare ad alcune abilità speciali che in qualche modo riescono a trarre in salvo un sistema palesemente arretrato e privo della prondità necessaria.

Questa grave lacuna del gioco viene esasperata nel tristemente noto livello delle Fogne, che ospitano una serie infinita di incontri di combattimento e culminano in una boss-fight memorabile per tutti i motivi sbagliati e che regala una conclusione dominata dalla parte peggiore di tutto il gioco. L’inconcepibile scelta di collocare la battaglia contro Ming Xiao alla fine del gioco è fonte di costante frustrazione, che se volete evitare sarete costretti ad equipaggiare una buona arma da fuoco, indipendentemente dall vostra build.

Un classico di culto

Vampire: The Masquerade – Bloodlines è un gioco che rispecchia un’epoca passata della storia del gaming, dominato da compagnie mosse dalle idee e dalla creatività, che questa volta hanno deciso di farci vivere un’esperienza autentica nei panni di un vampiro appena trasformato. Cercare di farsi largo nel misterioso e conflittuale universo vampiresco di Los Angeles è un’esperienza senza pari, che ci farà vivevere un viaggio indimenticabile alla scoperta di una società ignota e i suoi segreti.

Ora anche gli RPG seguono dettami standard e condivisi, quindi ogni tanto è un piacere farsi rapire da un mondo che propone le sue regole e il suo fascino per approfondire una storia avvincente e alcuni profili di personaggi unici, che resteranno per sempre nella memoria dei fan.

E voi lo ricordate Vampire: The Masquerade – Bloodlines?

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RECENSIONE
  • VOTO
4

Aiuto, mi hanno trasformato in vampiro

Se Vampire: The Masquerade – Bloodlines è diventato un gioco di culto ed è sopravvissuto al passare del tempo un motivo c’è. Nonostante le numerose sbavature tecniche, l’ultima opera di Troika Games ci porta a compiere un viaggio all’interno dello squallido mondo dei vampiri, popolato da personalità uniche con cui interagire e quest creative da risolvere. Stiamo parlando di un titolo davvero unico, che reinterpreta i dettami del genere RPG e propone un’esperienza memorabile che non potrà mai più essere replicata.