La passione per i videogiochi ha caratterizzato tutta la nostra vita ed è partita quando eravamo soltanto bambini. La nostra infanzia è stata completamente monopolozziata dal fascino di questi incredibili mondi digitali, che per la prima volta entravano nelle nostre case grazie all’arrivo delle console.

Il mondo dei videogiochi è cresciuto insieme a noi, trasformandosi da un passatempo per pochi ad un colosso che macina miliardi e guida l’intero settore dell’intrattenimento. Ma com’è cambiato il nostro rapporto con i videogiochi ora che siamo diventati adulti?

Ecco 5 modi in cui videogiochi sono cambiati da quando siamo cresciuti.

Non abbiamo più tempo

Partiamo con la prima ovvia osservazione, quella legata al tempo. La vita da adulti purtroppo è costellata di impegni più o meno importanti, che occupano la maggior parte delle nostre giornate e ci tengono lontani dai nostri amati videogiochi.

Il lavoro, il nostro partner e altre irritanti occasioni sociali ci derubano di questa preziosa risorsa, che solo con l’età abbiamo imparato ad apprezzare veramente. Sono ormai finiti i tempi delle maratone, in cui ci chiudevamo nella nostra cameretta alle prime ore del giorno e ne uscivamo soltanto dopo il tramonto, con ancora stampato nei nostri occhi i mondi fantastici che avevamo appena esplorato.

Ora, incastrare una sessione di gaming nella nostra agenda è diventato uno dei puzzle più difficili (e meno divertenti) di sempre. Ma non tutto è perduto. Se da un lato il tempo scarseggia, dall’altro il portafoglio è un po’ più pieno rispetto a quando eravamo bambini. Niente più attese fino a Natale: possiamo comprare tutti i giochi che vogliamo!

C’è solo un piccolo problema… La nostra collezione è diventata infinita, mentre il tempo per giocare è evaporato. Abbiamo vinto o perso? Forse non lo sapremo mai.

Ora siamo scarsi

È una strana sensazione realizzare che il te stesso bambino ti batterebbe sonoramente in qualsiasi videogioco. Si tratta di un lento processo ma ad un certo punto, in una serata apparentemente casuale, ti rendi conto che quella partita l’avresti vinta facilmente un decina d’anni fa ed è lì che tutti i ricordi iniziano a riaffiorare.

Non hai più i riflessi di un tempo e abituarti ad un nuvo gioco ora è molto più faticoso. Le sfide con gli amici a Mario Kart avevano temprato le tue capacità e i tuoi nervi, fino a renderti un freddo professionista della curva, che non mollava un centimetro fino all’ultimo secondo. Mosso dalla curiosità provi a riprendere in mano un remake di un classico dell’infanzia, come quello di Crash Bandicoot, e allora ti accorgi che è tutto vero.

Saltellare fra gli ostacoli dello storico platform di Naughty Dog ora è un’impresa impossibile e fai persino fatica a sconfiggere Papu Papu. Non sei più quello di una volta, e va bene così.

I videogiochi ci colpiscono in maniera diversa

Nel corso della vita tutti noi attraversiamo fasi complesse e momenti traumatici ma riusciamo anche a toglierci delle soddisfazioni raggiungendo obiettivi importanti. Qualcuno si sposa e mette su famiglia, altri si laureano e fanno carriera ma tutti dobbiamo fare i conti con le difficoltà che l’età adulta ci sottopone.

Tutta questa esperienza ci porta ad interpretare il mondo in maniera diversa e influisce moltissimo anche sulla maniera in cui viviamo l’intrattenimento e soprattutto i videogiochi. Se vi è capitato di rigiocare allo stesso titolo in diverse fasi della vostra vita saprete benissimo a cosa mi stia riferendo.

Prendiamo come esempio gli ultimi titoli della serie God of War, nei quali Kratos è maturato e ora è diventato un padre, passando da semidio accecato dalla sete di vendetta a genitore premuroso che antepone il benessere del figlio Atreus a qualunque cosa. Molti di noi possono identificarsi in questo tipo di viaggio ed è per questo che il nuovo Kratos è stato così apprezzato dai fan di lunga data.

Se siete adulti avrete senza dubbio dovuto fare i conti con una grave perdita nella vostra vita e quando assisterete alle tragiche morti di Sarah in The Last of Us o di Dom in Gears of War, avvertirete una sensazione malinconica e travolgente che non avreste potuto provare quando eravate bambini.

Non siamo più il target

Questa potrebbe essere un’affermazione controversa, ma con il passare degli anni diventa sempre più chiaro: i nuovi videogiochi non sono pensati per noi. Le grandi software house puntano sui più giovani, quelli con il tempo (e la voglia) di dedicarsi a ogni minimo dettaglio di un gioco.

La svolta live-service non è casuale. I sistemi psicologici dietro alle microtransazioni sono costruiti su misura per catturare l’attenzione dei bambini, mentre i genitori, spesso sfiancati dalle richieste incessanti, cedono le loro carte di credito. Il risultato? Cortili virtuali in cui skin e oggetti digitali diventano simboli di status.

Fortnite, Call of Duty e Overwatch sono tra gli esempi più lampanti di questa tendenza, mentre noi adulti possiamo solo osservare, un po’ confusi e un po’ nostalgici.

Il mondo dei videgiochi però, soprattutto nell’ultimo periodo, sembra aver capito che ci siamo anche noi e ci sta continuando a regalare avventure single-player mozzafiato, che da giovani non avremmo potuto nemmeno immaginare. Si è quindi stabilito una sorta di equilibrio, ma gli adulti occupano in larga parte un solo versante della barricata.

Adesso c’è internet

I videogiochi, come tutto il mondo, sono stati completamente trasformati dalla comparsa di internet. L’influenza del web sulle nostre vite è ormai assoluta e nessuno di noi sarebbe più in grado di funzionare senza l’accesso costante all’immenso mondo di internet.

Questo ha influenzato il mondo dei videogiochi, non solo dal punto di vista della vendita e della distribuzione, ma anche e soprattutto dalla modalità in cui ne fruiamo. Chi ha ormai passato i trent’anni ricorderà sicuramente le pagine riempite di trucchi scritti a penna, tramandati dai fratelli più grandi e confrontati con gli amici durante le interminabili sessioni di gaming condivise nel salotto di qualcuno.

Per capire come risolvere un puzzle o come battere un boss non esistevano guide online ma solamente il passaparola e, alle volte, la mano di un qualche eroe salvatore che riusciva senza apparenti sforzi a sbloccare una situazione sulla quale ci eravamo incaponiti per settimane.

Internet ha anche contribuito a collegarci ai nostri amici in maniera più veloce e istintiva, quindi ora per giocare insieme basta una buona connessione e un paio di cuffie. Non serve più organizzare una serata dedicata al lan-party in cui vedersi tutti insieme sotto lo stesso tetto.

La comodità che ci ha regalato la comparsa di internet è innegabile ma non dimenticheremo mai quelle grandi riunioni davanti allo schermo del televisore, che hanno accompagnato i momenti più belli della nostra vita. Il piacere di passarsi il joystic e prendersi in giro reciprocamente ad ogni minimo errore ci hanno regalato sensazioni impareggiabili, che ora possono vivere solamente nei nostri ricordi.

E secondo voi come sono cambiati i videogiochi ora che siamo adulti?

Unisciti a noi e segui l’Alpaca su Instagram e X.