Avere un figlio è un’esperienza che cambia la vita. Vederlo crescere, esplorare il mondo e scoprire le proprie passioni ci offre nuove prospettive e ci porta a rimettere in discussione molte delle nostre certezze.
Per chi è un appassionato di videogiochi, c’è un momento speciale: il giorno in cui nostro figlio impugna il controller per la prima volta. Con entusiasmo e un pizzico di nostalgia, lo guideremo nel magico universo videoludico, condividendo con lui i nostri giochi del cuore e osservando con curiosità le sue prime scelte da giocatore.
Ma non illudiamoci: una volta che iniziano a giocare, anche il nostro modo di vivere i videogiochi cambierà per sempre. Bisognerà affrontare decisioni difficili, trovare il giusto equilibrio e risolvere quei dilemmi che solo un videogiocatore con figli può davvero comprendere.
Posso giocare?

Da bambini ci siamo passati tutti. Volevamo sempre giocare un po’ di più e i nostri perfidi genitori invece non ce lo permettevano. Arrivavano nella nostra stanza con assurde pretese, come quella che ci mettessimo a fare i compiti o che andassimo a tavola per cenare insieme agli altri membri della famiglia. E quante volte abbiamo finto di andare a dormire, per poi sgattaiolare in salotto, controllare che nessuno fosse sveglio e accendere la console di nascosto?
Stavolta però i perfidi genitori siamo noi ed è qui che entrerà il gioco il primo dei grandi dilemmi: permettiamo a nostro figlio di giocare ancora un po’ o decidiamo di assumerci le nostre responsabilità da adulti e imponiamo dei limiti?
Non avremmo mai pensato di poterlo fare, noi che fino a qualche anno fa inventavamo sotterfugi ingegnosi pur di guadagnare una mezz’ora in più di gioco. Eppure eccoci qua, con voce severa e intimidatoria a recitare quella formula che tanto abbiamo odiato: “Spegni tutto e vai in camera tua”.
Pronto soccorso boss

Con il passare degli anni il bambino si ritroverà ad affrontare videogiochi sempre più difficili, che affineranno le sue abilità di giocatore. La crescita di un videogiocatore è un percorso lungo e tortuoso, lo sappiamo bene, quindi ogni tanto sentiremo riecheggiare schiamazzi e richieste d’aiuto all’interno delle mura casalinghe e accorreremo allarmati verso la voce di nostro figlio.
Il piccolo ci osserva con fare spaventato e ci porge il pad implorando: “Mi aiuti?”. A quel punto il nostro senso del dovere da genitore e il nostro orgoglio da gamer si uniranno per superare qualunque sfida il gioca abbia lanciato a nostro figlio. Dobbiamo proteggerlo e non possiamo tirarci indietro!
Fortunatamente il più delle volte si tratta di un Creeper di Minecraft o di un livello particolarmente ostico di Astro Bot ma questo non importa. Siamo degli eroi agli occhi di nostro figlio e quella è l’unica cosa che conta.
L’allievo supera il maestro

Introdurre un figlio al mondo dei videogiochi è un’ esperienza magica che ogni genitore gamer avrà il privilegio di confermarvi. Non c’è niente di meglio che osservarli mentre si ingegnano per farsi strada nel loro titolo preferito e vedere crescere le loro abilità.
La loro identità di videogiocatore spicca il volo sotto la vostra sapiente guida e le sfide amichevoli rafforzeranno il vostro rapporto in quelle indimenticabili serate sul divano che avrete il piacere di condividere.
Arriverà il punto in cui vi renderete conto che non è più necessario farli vincere e dovrete invece richiamare a voi tutta la vostra esperienza per potergli tenere testa. Ci sarà però un momento fatidico nel quale vostro figlio finalmente vi batterà.
È successo, l’allievo ha superato il maestro. Si tratta di un rito di passaggio inevitabile, durante il quale sarete combattutti fra l’essere fieri di vostro figlio, che è finalmente sbocciato superando le vostre abilità e l’essere avviliti nel constatare che le vostre skills stanno lentamente evaporando con il passare degli anni.
A questo non ci voglio giocare

La passione dei videogiochi ci accompagna dall’infanzia, un’epoca di illusioni durante la quale fantasticavamo sul nostro ipotetico futuro. Quando saremmo diventati genitori avremmo introdotto i nostri figli alle opere videoludiche che hanno segnato il nostro percorso di crescita e loro le avrebbero adorate, fidantosi cecamente dell’esperta guida genitoriale.
Sarebbero stati svezzati dai classici platform come Crash Bandicoot e Spyro e poi, al momento giusto, avrebbero potuto tuffarsi nel mondo degli RPG, scoprendo l’enorme potenziale narrativo di Final Fantasy e le sconfinate praterie di Skyrim.
Il confronto con la realtà sarà molto doloroso per le nostre illusioni, che si infrangeranno alle parole “Ma io voglio giocare a Fortnite”. È importante però essere pazienti e accettare che la loro identità di gamer sarà diversa dalla nostra e la loro vita sarà plasmata da altri grandi capolavori, che poi i loro figli si assicureranno di distruggere davanti ai loro occhi.
Alcuni giochi ti colpiscono in modo diverso

Concludiamo citando una sorpresa inaspettata che i videogiocatori con figli si trovano ad affrontantare a loro insaputa. Alcuni giochi che abbiamo apprezzato prima di diventare genitori assumeranno completamente un altro significato.
Ormai lo sappiamo che i videogiochi riescono a raccontarci storie che colpiscono la nostra sensibilità e ci presentano dilemmi morali mai considerati prima. Il rapporto genitore – figlio è stato esplorato più volte in titoli applauditi dalla critica come gli ultimi God of War e hanno trattato tematiche profonde, alle quali un tempo i videogiochi non potevano avvicinarsi.
Possiamo assicurarvi che il significato di questi titoli cambia profondamente una volta che siete diventati genitori. Magari sono parecchi anni che la vostra copia di The Last of Us prende polvere sullo scaffale e nel frattempo la vostra vita è stata capovolta dall’esperienza di aver messo al mondo un figlio. In questo caso vi consigliamo di rispolverare il capolavoro di Naughty Dog e vi assicuriamo che la scena iniziale avrà su di voi un impatto che ora non potete nemmeno immaginare.
Non importa quanto vi abbia colpito la tragica scena iniziale, ora siete genitori e il dolore di Joel diventerà anche il vostro, costringendovi a rivivere tutta l’avventura da un’altra prospettiva.
Essere genitori cambia tutto, anche il modo in cui giochiamo. Com’è cambiata la vostra vita da giocatore da quando siete diventati genitori?
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