Esistono tanti titoli che hanno fatto la storia del gaming ma pochi hanno lasciato un segno profondo quanto The Legend of Zelda: Ocarina Of Time. Il capolavoro targato Nintendo esce su Nintendo 64 nel 1998 e da quel momento in poi il mondo dei videogiochi cambierà per sempre.
La fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio hanno rappresentato una fase di straordinaria crescita e sperimentazione per il mezzo videoludico, che stava entrando nelle case degli appassionati con l’arrivo delle console e continuava a fare passi da gigante dal punto di vista tecnologico. The Legend of Zelda: Ocarina of Time incapsula perfettamente questo magico periodo storico, perchè ha presentato al mondo un nuovo modo di intendere il videogioco, compiendo per la prima volta il grande passo verso le tre dimensioni.
Oggi vogliamo analizzare The Legend of Zelda: Ocarina of Time, uno dei videogiochi più influenti di sempre, e chiederci se vale ancora la pena di giocarlo nel 2025.
Hyrule in 3D

The Legend of Zelda: Ocarina of Time è stato uno dei pionieri del videogioco in 3D. La nuova tecnologia poligonale si stava facendo strada nel mondo dell’intrattenimento e Nintendo ha deciso di spostare prima volta la visuale del giocatore, ponendosi l’obiettivo di creare un titolo che immergesse il giocatore nel fastastico mondo di Hyrule.
L’identità di Link e della saga però è stata conservata e The Legend of Zelda: Ocarina of Time ha rispettato le tradizioni stabilite dai suoi illustri predecessori. Puzzle, esplorazione e combattimento avrebbero continuato ad essere i pilastri della saga, uniti in un connubio che aveva reso così speciali le avventure di Link. Questa volta però la formula sarebbe stata riadattata alle tre dimensioni, che imponevano un rimaneggiamento dei dogmi su cui si era fondata la saga nell’ultimo decennio.
I fan di The Legend of Zelda hanno assistito alla serie trasformarsi fra le loro mani, con un’approccio rivoluzionario ai puzzle e all’esplorazione, che con Ocarina of Time avrebbero potuto contare su un videogioco dal respiro più ampio, ideale per assecondare la creatività dei giocatori e degli sviluppatori.
Il mondo di Hyrule assumeva vita propria e poteva essere considerato un personaggio a sè. The Legend of Zelda: Ocarina of Time può essere considerato come uno dei primi esempi di open-world e, sebbene per gli standard moderni possa sembrare piuttosto vuoto e datato, ha dato origine ad un filone di videogiochi d’avventura che tuttora domina il mercato.
Pensate al vostro videogioco open- world preferito. Che sia The Witcher 3, Elden Ring o Skyrim, ognuno di essi può tracciare le sue origini a The Legend of Zelda: Ocarina of Time. La creatura di Nintendo ha sfruttato la tecnologia 3D per realizzare un mondo di gioco immersivo, pieno di segreti, attività e dungeon da esplorare segnando l’alba di una nuova era del gaming.
Puzzle e combattimenti

The Legend of Zelda: Ocarina of contiene dodici dungeon diversi, che nel corso della trama dovremo affrontare, per guidare Link al compimento della sua missione, fino alla battaglia finale al Castello di Ganon. Queste sezioni sono da sempre uno degli elmenti principali della saga, che incentra una parte importante del suo gameplay sulla risoluzione di creativi puzzle ambientali. La nuova svolta 3D permette agli sviluppatori di rivoluzionare completamente questa porzione del gioco. Alcuni dungeon come il Tempio dell’Ombra e lo stesso Castello di Ganon sono capolavori design, che nel 1998 hanno promosso una nuova maniera di intendere il videogioco d’avventura. Rivisitati oggi, alcuni dei puzzle possono risultare frustranti a causa della telecamera fissa e dei comandi studiati secondo lo schema di controlli del bizzarro pad del Nintendo 64. La qualità dei dungeon resta comunque uno dei grandi punti di forza di The Legend of Zelda: Ocarina of Time, ma i puzzle all’interno di essi forse sono l’elemento che ha sofferto maggiormente il passare degli anni.
Il mondo in 3D di The Legend of Zelda: Ocarina of Time ha imposto anche una rivisitazione complessiva del sistema di combattimento, ed è qui che Nintendo compie la vera rivoluzione. la nuova prospettiva permetteva a Link e al giocatore di approcciarsi al nemico in maniera più realistica ma l’unica levetta analogica del pad e la telecamera fissa sottoponevano a Nintendo una grossa sfida da superare dal punto di vista del design.
È qui che entra in gioco il pulsante “z” con cui il giocatore attiva il sistema di puntamento agganciando la sua visuale al nemico. Questa svolta è alla base del sistema di combattimento di The Legend of Zelda: Ocarina of Time, il quale permette al giocatore di controllare i movimenti di Link in maniera precisa e godersi pienamenti gli scontri cinematici che il gioco è in grado di offrire.
Il sistema di puntamento ha ispirato una generazione di sviluppatori, che lo hanno adottato nei loro videogiochi rendendolo un pilastro del design dei sistemi di combattimento. Ancora oggi questa tecnica è implementata in centinaia di videogiochi, come Dark Souls o Devil May Cry e questo fondamentale passo avanti nel mondo di giocare lo dobbiamo tutto a The Legend of Zelda: Ocarina of Time.
Vale la pena giocarlo nel 2025?

Non c’è motivo di continuare ad elencare tutti i motivi per i quali The Legend of Zelda: Ocarina of Time è un classico intramontabile che dovreste recuperare. Se nella vostra lista di videogiochi preferiti appare anche un solo open-world moderno, apprezzerete senza dubbio il capolavoro di Nintendo, che ha scritto una nuova pagina della storia dei videogiochi e ha influenzato ogni titolo uscito dal 1998 in poi.
La versione per 3DS è la migliore in circolazione, perchè con alcuni accorgimenti grafici riesce a migliorare texture e modelli del magico mondo di Hyrule e presentarlo in un pacchetto perfetto ai giocatori contemporanei. L’integrazione del touchpad inoltre migliora la giocabilità, rendendo accessibile al tocco tutti i menù e le mappe del gioco, negando uno degli ostacoli che la versione originale potrebbe presentare ad un pubblico abituato agli standard di oggi.
The Legend of Zelda: Ocarina of Time su Nintendo 3DS poi include anche la Master Quest versione del gioco, a cui è possibile accedere una volta battuto per la prima volta. Questa incoraggia la rigiocabilità grazie contenuti inediti come il Mirror World e i dungeon rimaneggiati, che propongono un nuovo livello di sfida.
Se avete lasciato The Legend of Zelda: Ocarina of Time in una scatola dei ricordi d’infanzia vi consigliamo di riprendere in mano la vostra copia e rigiocarlo ora che siete adulti. Otterrete un’esperienza diversa ma le emozioni che avete provato durante le lunghe sessioni della vostra infanzia resteranno invariate.
E voi che ne pensate? Vale la pena giocare a The Legend of Zelda: Ocarina of Time nel 2025?
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