Avete presente quei simulatori che hanno come primo obiettivo quello di rilassarvi e farvi dimenticare tutte le preoccupazioni della giornata? Intendiamo titoli dal gameplay lineare come Unpacking o Power Wash Simulator, che si sviluppano attorno a un loop semplice perchè il loro scopo non è quello di raccontare una storia, sottoporvi dilemmi morali o sfidare i vostri riflessi, bensì distendere i vostri nervi con un’esperienza quasi terapeutica.

Oggi vi vogliamo parlare di un nuovo titolo indie che si prefigge proprio questa missione. Si chiama One Man’s Trash ed è stato sviluppato in solitaria da Jony Pazu Games, che è stato così gentile da dedicarci un po’ del suo tempo e rispondere ad alcune nostre domande relative al suo progetto.

Un’aspirapolvere per domarli

One Man's Trash gameplay

Il menù principale ci accoglie immediatamente con una musica irriverente, che stabilisce chiaramente il tono di One Man’s Trash. Il nostro protagonista ha accidentalmente gettato via un hard drive importantissimo, perchè contenteva 1 milione di dollari in bitcoin, quindi ora non può far altro che recarsi nella vicina discarica e andare alla ricerca del suo tesoro. Armati soltanto di un’aspirapolvere ci dirigiamo verso il cumulo di rifiuti interrati e ci imbarchiamo nella disperata missione di recuperare l’hard disk perduto.

Il gameplay è molto semplice, perchè ci richiede semplicemente di avvicinarci alla distesa di rifiuti al centro della piccola mappa e ripulirla utilizzando l’aspirapolvere, che si attiva semplicemente premento il tasto sinistro del mouse. Inizialmente liberiamo lo strato superficiale dalle buste di rifiuti ed è qui che One Man’s Trash introduce la sua meccanica più importante. C’è un piccolo laptop appoggiato in un angolo sotto una tettoia, che darà accesso a Junkazon, un chiaro riferimento al noto colosso.

Ogni rifiuto immagazzinato può essere venduto ad un prezzo che varia in base alla sua tipologia e questo ci garantirà fondi per acquistare nuovi optional. Junkazon servirà infatti a potenziare il nostro aspirapolvere con diversi upgrade che ci semplificano molto la vita, come la possibilità di aumentare la sua capienza o la velocità con cui risucchia i rifiuti.

Una volta terminato di ripulire la superficie però ci dovremo addentrare nella grande vasca melmosa al centro della mappa e immergerci fra i rifiuti, scavando sempre di più per andare alla ricerca dell’hard disk, senza sapere esattamente dove si sia cacciato. Il loop di One Man’s Trash quindi sarà quello di ripulire sempre più le profondità dai rifiuti, per poi consegnarle a Junkazon e acquistare potenziamenti per l’aspirapolvere. La vasca di rifiuti è molto più profonda di quanto ci si possa aspettare e nasconderà anche alcuni oggetti speciali che sbloccano abilità molto utili. Nel corso della demo noi ne abbiamo trovata uno che ci ha dato la possibilità di svelare tutti gli oggetti nell’area circostante, semplificando non poco la nostra ricerca.

Come ricordavamo in precedenza, One Man’s Trash non si pone l’obiettivo di sorprendervi con una narrativa complessa e intricata ma vi vuole offrire un momento di sfogo, e possiamo dire che in questo riesce benissimo. Il progetto è ancora in fase di sviluppo, percui alcuni angoli vanno smussati e qualche difficoltà tecnica va risolta, tuttavia è un ottimo punto di partenza per un titolo originale, che non si appiattisce sull’imitazione di formule già proposte decine di volte in passato.

Ma ora vogliamo passare la parola a Jony Pazu Games, ideatore di One Man’s Trash e che sta portando avanti da solo il progetto. Ci racconta i retroscena del suo nuovo indie e il percorso che lo ha portato a tuffarsi in questa stimolante avventura.

Parola agli sviluppatori – Intervista a Jony Pazu Games

Puoi raccontarci come è nato One Man’s Trash? Cosa ti ha spinto ad iniziare questo progetto da solo?

L’idea è nata piuttosto all’improvviso. Avevo appena visto ‘A Game About Digging a Hole’ e adoravo il loop: semplice, ma incredibilmente avvincente e stranamente appagante. Ricordo di aver pensato: “Cavolo, è geniale… ma finisce troppo presto”. Più o meno nello stesso periodo, stavo seguendo la storia vera di quel tizio che ha accidentalmente buttato via un hard disk con migliaia di Bitcoin. In qualche modo queste due cose si sono incastrate nella mia testa, ed è nato il concept di ‘One Man’s Trash’.

Per quanto riguarda il lavoro da solista, ho un background nel cinema, nel game design e nell’informatica, quindi sviluppare qualcosa da solo mi è sembrato un passo naturale, è semplicemente la mia passione. Non ho un budget adeguato per coinvolgere un team completo e, onestamente, preferisco lavorare in modo indipendente. Un amico mi aiuta con il marketing e con alcune delle cose che non mi piacciono molto, il che è davvero utile. Ma dal punto di vista creativo, lavoro meglio quando posso seguire il mio ritmo e la mia visione, anche se questo significa fare la maggior parte del lavoro da solo.

Da doveti è venuta l’idea per il gioco? C’è stato qualcosa che ti ha ispirato? Magari altri titoli o altri sviluppatori?

La mia più grande influenza è stata sicuramente ‘A Game About Digging a Hole‘. Mi ha dimostrato che non serve un grande team o un budget enorme per creare qualcosa di veramente divertente e originale. Sono stato anche ispirato dall’assurdità della storia vera della discarica di Bitcoin: è tragica, ridicola e in qualche modo stranamente riconoscibile.

Quali sono i prossimi passi pe One Man’s Trash?

Al momento, mi sto concentrando sul perfezionamento del gameplay di base e sulla costruzione del mondo, o meglio, sull’approfondirlo. La demo si addentra già per 50 metri, ma la versione completa vi permetterà di immergervi nella follia per 200 metri. Voglio che i giocatori scoprano costantemente nuovi oggetti, incontri bizzarri e sorprese man mano che si addentrano. Potrebbero esserci anche alcuni aspetti horror, ma non voglio rovinarvi troppo la sorpresa. Il prossimo grande traguardo è lo Steam Next Fest, dove spero di generare quanti più elementi possibili sulla mia lista dei desideri. Questa visibilità aiuta molto gli sviluppatori solitari come me. Non ho intenzione di aggiungere microtransazioni o altre sciocchezze del genere: solo un gioco solido e appagante, realizzato con amore. Per ora non sono previste versioni per console: mi occupo di tutto da solo, ma se il gioco dovesse davvero decollare e i giocatori lo richiedessero, ci farei sicuramente un pensierino. In fin dei conti, One Man’s Trash è solo un piccolo progetto stupido, realizzato da un giocatore per i giocatori. Sto cercando di creare qualcosa di strano, divertente e stranamente appagante: il tipo di gioco a cui vorrei giocare io stesso.

Avete già provato la demo di One Man’s Trash?

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